Un patto per una campagna elettorale non violenta, in tutte le sue accezioni. È quello proposto dalla Conferenza episcopale colombiana (Cec), insieme ad altre organizzazioni, agli otto candidati alla presidenza della Repubblica della Colombia, in vista del primo turno del 29 maggio. Oltre all’episcopato, l’iniziativa è stata presa dall’Associazione nazionale degli imprenditori (Andi), dal Consiglio nazionale della pace e dalle Nazioni Unite attraverso la sua Missione di osservatorio elettorale (Moe). Due dei maggiori contendenti, Federico Gutiérrez, liberale, candidato dal fronte conservatore, e il centrista Sergio Fajardo hanno messo la loro firma ieri sera, durante un confronto promosso dall’Andi nel collegio dei Betlemiti, a Bogotá. L’attuale favorito dai sondaggi, il leader della sinistra Gustavo Petro, ieri sera impegnato in un altro dibattito, ha annunciato che nei prossimi giorni firmerà il documento.
Mons. José Luis Rueda, presidente della Conferenza episcopale colombiana e arcivescovo di Bogotá, ha spiegato che questo patto è un impegno tra candidati, cittadini, media e imprese per sviluppare elezioni pacifiche e trasparenti, promuovendo “una cultura politica basata sulla verità”. E ha aggiunto: “Vi invitiamo ad allontanarvi da un linguaggio offensivo, razzista e offensivo che promuove qualsiasi forma di discriminazione, esclusione, affinché queste elezioni siano inclusive. Abbiamo bisogno di artigiani della pace”.
Héctor Fabio Henao Gaviria, delegato della Cec per i rapporti Chiesa-Stato, ha ricordato che è importante “lavorare in modo molto deciso per escludere l’incitamento all’odio in campagna elettorale, escludere qualsiasi forma di aggressione attraverso le reti sociali e qualsiasi altro mezzo di comunicazione. Il Paese ha bisogno di tutti gli sforzi necessari affinché le proposte politiche siano ascoltate in modo rispettoso”.
La violenza in campagna elettorale, del resto, in Colombia non è solo un fatto verbale. Secondo i dati della Missione di osservatorio elettorale, tra il 13 marzo 2021 e il 13 marzo 2022 e in particolare durante la campagna elettorale per le elezioni parlamentari dello scorso marzo sono stati individuati 581 attacchi a leader politici, sociali e comunitari del Paese.