“Gli ostacoli alla pastorale e all’attuazione di Amoris Laetitia sono in primo luogo politici e sociali. La pubblicazione ha coinciso con l’elezione del presidente Rodrigo Duterte”. Così Eric Genilo, docente della Loyola School of theology di Manila, che ha parlato della ricezione dell’esortazione apostolica nelle Filippine nel convegno che si è aperto oggi a Roma, alla Pontificia Università Gregoriana. Genilo ha ricordato come oltre all’azione del governo, spesso ostile alla Chiesa, negli ultimi cinque anni ci siano stati disastri naturali e la pandemia da Covid-19 che hanno sviato l’attenzione dalla pastorale familiare. Nel Paese, inoltre i matrimoni hanno registrato un calo e una crescita del tasso di gravidanze fra gli adolescenti. Molte coppie vivono separate perché uno dei coniugi lavora all’estero e questo a lungo andare porta a infedeltà e separazioni definitive, sebbene non al divorzio, poiché nelle Filippine è illegale. Dopo la pubblicazione dell’esortazione apostolica, Genilo ha spiegato che sono stati istituiti dei programmi per la famiglia. Tuttavia il docente ha rilevato una serie di pratiche compiute nel Paese che dimostrano un atteggiamento di forte rigidità da parte di alcuni sacerdoti che “costringono i genitori a sposarsi se vogliono battezzare i propri figli. In alcuni casi però non è possibile perché i genitori risultano sposati con altre persone. Ci sono state lamentele inoltre quando i genitori single chiedono il battesimo per i figli e vengono criticati. Ciò dipende dai parroci e dai vescovi. Qualsiasi esperto di diritto canonico dirà che è un errore. Quello che succede è che spesso i genitori si rivolgono alle parrocchie più accoglienti”. Per la pastorale familiare, “sappiamo che il clero e il laicato sono necessari ma è necessaria la sostituzione delle persone che hanno portato a questa condizione. Le migliori prassi devono essere divulgate a livello delle parrocchie”.