“Una notizia in controtendenza rispetto a quello che tutti ci eravamo rassegnati a pensare, cioè che una guerra di movimento si sarebbe trasformata in una guerra di logoramento, prolungandosi”. Così Fulvio Scaglione, giornalista, a lungo corrispondente da Mosca, commenta l’annuncio del Cremlino su una conclusione a breve dell’invasione dell’Ucraina. “Ciò può essere letto in tanti modi – sottolinea -: come una sconfitta dei russi che sono esausti per uno sforzo militare superiore alle loro previsioni o come una convinzione che certi obiettivi siano stati raggiunti. Resta il fatto che, se la guerra dovesse finire domani, come speriamo tutti, si rivelerebbe ancora più insensata dal punto di vista russo. Perché ogni caso è ovvio che le sanzioni e l’ostilità che è maturata in Occidente nei confronti della Russia non finirebbero con il finire della guerra, ma si prolungherebbero nel tempo”.
Commentando le notizie e gli annunci su un possibile embargo sulle risorse energetiche importate dalla Russia, Scaglione sostiene che “il tema è stato affrontato con una certa dose di prudenza e di ipocrisia, perché l’Europa importa dalla Russia 155 miliardi di metri cubi di gas l’anno”. “In caso di embargo gli Stati Uniti hanno proposto di offrircene 15 metri cubi, un decimo del totale. Gli altri 9 decimi sarebbero da reperire sul mercato costruendo nuovi impianti, nuovi gasdotti. Un’operazione che richiederebbe anni. E non è una prospettiva realistica”. Il giornalista osserva anche come “i Paesi in via di sviluppo sia a livello di famiglie sia di Stati hanno nei carburanti e nel cibo le due principali voci di spesa”. “Il cibo sta già aumentando. Se aumentassero anche i costi di carburanti ed energia, potremmo trovarci di fronte a una stagione di rivolte e sommosse come quella che poi sfociò nelle primavere arabe. E questo è un timore espresso dalla direttrice dell’Organizzazione mondiale del commercio ed è stata già l’oggetto di un summit che ha coinvolto, tra gli altri il presidente egiziano Al Sisi e il premier israeliano”. Infine, Scaglione evidenzia come il problema sia tra “pace forse” e “grosse difficoltà per le aziende”, “con un probabile calo dell’occupazione e un forte rincaro nelle bollette delle famiglie”. “Per questo motivo, di questo embargo si parla molto ma poi si fa poco”.