Ucraina: Antoniano Bologna, testimonianze dall’Ucraina. “Mamme e bambini da settimane nei sotterranei dei conventi”

(Foto Antoniano)

“Mamme e bambini da settimane nei sotterranei dei conventi”, “a Leopoli le campane non suonano più per la messa ma solo per dare l’allarme in caso di bombardamenti sulla città”, “tanti anziani non hanno potuto lasciare le loro case perché ammalati”: sono solo alcune delle testimonianze che arrivano dall’Ucraina dove “Antoniano, opere francescane” è attivo con la rete Operazione Pane per portare medicine e aiuti urgenti. Una delegazione dell’Antoniano di Bologna ha appena consegnato a Leopoli dove, raccontano suor Maria e suor Chiara del convento di San Giuseppe delle suore Benedettine, destinazione finale della spedizione, “le campane non suonano più per la messa ma solo per dare l’allarme in caso di bombardamenti sulla città”. “Appena hanno aperto i pacchi con gli aiuti, i frati e le suore di Leopoli ci hanno detto: ci avete salvati” racconta fra’ Etjen, dell’Antoniano, che ha portato i sostegni in Ucraina insieme a fra Roberto della Mensa Padre Lino di Parma e a un gruppo di volontari. “La quantità di persone che cerca di lasciare il paese è enorme – aggiunge fra’ Etjen – al confine le code sono lunghissime. Molti uscivano dal Paese a piedi, con le valigie e c’erano tantissime mamme che portavano in braccio i propri bambini”. “La nostra preoccupazione è per tutti coloro che non sono riusciti a scappare: ai padri, mariti e figli che sono dovuti rimanere per difendere il proprio paese, la propria casa – dichiara fra’ Giampaolo Cavalli, direttore di Antoniano -. In questi giorni festeggiamo la Pasqua che è la celebrazione della vita. Per tanti sono giorni terribili, oltre a sostenere chi è rimasto, vogliamo aiutare anche chi è riuscito a superare il confine, scappando dalla guerra”. L’Antoniano sostiene alcune strutture francescane a Konotop, Odessa e Kiev, e una struttura in Romania impegnata ad offrire supporto alle mamme e ai bambini che attraversano il confine dell’Ucraina, non solo con aiuti primari ma un sostegno concreto per integrarsi e inserirsi nel mondo del lavoro, a partire dall’insegnamento della lingua rumena. “Nei sotterranei del nostro convento, stiamo ospitando decine di mamme e bambini, dando loro la possibilità di mangiare e dormire in un posto sicuro – racconta fra’ Romualdo, francescano del convento di Konotop – ci sono anche tanti anziani che non hanno potuto lasciare le loro case perché ammalati, così andiamo noi da loro per portare beni di prima necessità. Le persone, oltre ad affrontare ogni giorno la paura dei bombardamenti, hanno difficoltà a trovare viveri e medicinali. Viviamo questi difficili momenti con la speranza che tutto questo possa finire presto”. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Unhcr, sono oltre 4 milioni le persone fuggite dalla guerra in Ucraina, di queste oltre 85.000 sono arrivate in Italia – di cui il 25% a Bologna dove opera l’Antoniano – tra queste quasi 40mila sono donne e circa 30mila sono minori. Le principali città di destinazione sono Roma, Milano, Napoli e Bologna ma sempre più città sono coinvolte nell’accoglienza e nel sostegno ai profughi ucraini in arrivo. Da Bologna a Palermo sono oltre un centinaio le donne e i bambini che sono stati già raggiunti dalla rete di Operazione Pane ricevendo accoglienza, presso le strutture dei frati francescani o presso privati. A Bologna sono già state accolte le prime famiglie ucraine e l’Antoniano sta lavorando in rete con le istituzioni locali e le altre realtà del territorio per garantire una accoglienza dignitosa, percorsi di integrazione sociale, supporto in caso di bisogni economici e materiali. A Palermo, il convento di Baida, attualmente ospita 22 profughi, quasi tutte donne con 9 bambini tra gli 8 e i 14 anni. Qui i bambini ucraini che sono arrivati hanno già cominciato a frequentare la scuola e sono stati avviati corsi di lingua italiana per grandi e piccoli.

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