Una riflessione di mons. Claudio Giuliodori, presidente della Commissione episcopale per l’Educazione cattolica, la Scuola e l’Università della Cei, accompagnerà oggi pomeriggio l’avvio dei lavori del Consiglio nazionale della Fism, la Federazione Italiana Scuole Materne, che raggruppa circa novemila realtà educative sparse in tutt’Italia, frequentate da circa cinquecentomila bambini, dove fra insegnanti e addetti lavorano oltre quarantamila persone. Al centro dell’intervento del vescovo Giuliodori il cammino sinodale che Fism “intende vivere come confronto costruttivo e propositivo a tutti i livelli”. Questo l’intento dichiarato nelle parole di don Gesualdo Purziani, assistente ecclesiastico nazionale e del presidente nazionale Fism Giampiero Redaelli, consapevoli del delicato impegno della federazione che si concentra nel sostegno alle famiglie nel loro compito educativo. Il Sinodo, si legge in un comunicato della Fism, è l’occasione per “mettere in discussione quanto facciamo, per dare il meglio di noi stessi, nella operosa testimonianza che siamo chiamati a dare”, hanno ribadito don Purziani e Redaelli. I lavori prevedono il coinvolgimento di un centinaio di consiglieri nell’analisi di alcuni punti del “Vademecum per il Sinodo sulla sinodalità”. La Federazione è contenta di questo Sinodo, perché “offre l’occasione” – prosegue la nota – “per parlare apertamente di quanto è importante per continuare il nostro servizio educativo. Siamo Chiesa anche noi, anzi siamo molto spesso una realtà di frontiera che incrocia e accoglie famiglie, vite, esperienze, fatiche e che ha bisogno di un respiro spirituale profondo, perché l’ispirazione cristiana nutra ogni scelta”. Un impegno che si fa concreto in questi giorni con l’arrivo di tanti bambini ucraini che hanno bisogno di accoglienza e di calore che solo insegnanti e operatori attenti e consapevoli della loro missione possono dare. Non è tutto: per loro anche un “vademecum”. Molte le realtà Fism regionali e provinciali che dopo avere aperto le porte delle loro scuole hanno stilato guide e opuscoli per aiutare i piccoli fuggiti dalla guerra e le loro famiglie. Nelle indicazioni, spiegate sia in ucraino che in italiano, le condizioni obbligatorie per frequentare le scuole con diversi focus, per facilitare l’integrazione dei bambini accompagnati e non arrivati nei nostri territori.