Morte Luana D’Orazio: Anmil ha depositato la costituzione di parte civile nel processo. Ieri a Prato aperta e rinviata udienza preliminare al 22 settembre

Si è aperta ieri al Tribunale di Prato ed è stata subito aggiornata al prossimo 22 settembre l’udienza preliminare per la morte sul lavoro di Luana D’Orazio, la 22enne operaia pistoiese, madre di un bimbo ora di 6 anni, rimasta stritolata in un macchinario nell’azienda tessile di Montemurlo (Prato) “Orditura srl” il 3 maggio 2021.
L’Anmil (Associazione fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro), che sin da subito si è interessata al caso, con il patrocinio dell’avvocato Maria Luigia Tritto, ha depositato la dichiarazione di costituzione di parte civile al fianco dei familiari della giovanissima operaia, chiedendo la condanna di chi, in violazione delle norme sulla prevenzione e sicurezza sul lavoro, ha mostrato disinteresse verso il valore della vita. Erano presenti in aula i genitori di Luana.
Hanno depositato le rispettive costituzioni di parte civile oltre alle parti private anche l’Inail e Femca Cisl Prato. Assente il padre biologico del figlio minore di Luana, il piccolo Donatello Larosa, rappresentato dall’avvocato Domenico Siriani del Foro di Crotone. Alla prossima udienza fissata per il prossimo 22 settembre, il Gup deciderà in merito alla richiesta di ammissione delle parti civili le cui istanze sono state depositate in data odierna. A comparire dinanzi al giudice del Tribunale di Prato saranno i tre imputati accusati di omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele del macchinario a cui lavorava Luana: la titolare dell’azienda Luana Coppini, il marito Daniele Faggi considerato “titolare di fatto” dall’accusa e il tecnico manutentore esterno Mario Cusimano.
Nelle more, intanto, a pochi giorni dall’udienza preliminare, è arrivata un’offerta economica di un milione e 200mila euro per i familiari di Luana. “Il dolore non si quantifica e non si mercifica e comunque queste cose vanno fatte nelle sedi opportune, perché per me, gettarmele addosso, sono come pugnalate al cuore”, ha detto la mamma. “Ho solo due grandi desideri – ha concluso -: ovvero che sia fatta giustizia e che non ci siano più morti sul lavoro”.

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