Povertà: Caritas Lucca, nel 2021 hanno chiesto aiuto 138 persone in più dell’anno precedente

Nel 2021 le persone accolte presso i Centri di ascolto (Cda) della Caritas di Lucca, Gvai, Croce Rossa e San Vincenzo di Torre del Lago sono state 2.171. Si riscontra dunque un aumento di 138 persone rispetto al 2020. Lo rileva il Caritas 2022 dal titolo “Perché nulla vada perduto”.
Il rapporto 2022 racconta le storie e i volti di quanti sono stati accolti dai punti di ascolto e dai servizi della diocesi nel 2021, secondo anno consecutivo minato dalla pandemia in cui è stato necessario ripensare nuovi scenari per fronteggiare le sempre maggiori difficoltà emerse. I dati raccolti riguardano l’intero territorio diocesano: Valle del Serchio, Piana di Lucca e Versilia. Delle 2.171 persone incontrate il 28,3% sono arrivate ai Centri d’ascolto per la prima volta nel 2021; nel 2020 i nuovi accessi erano stati il 30%. Le persone accompagnate dai volontari da un triennio sono quasi la metà del totale (47,36%). Allo stesso tempo si registra una presenza significativa anche di persone conosciute da periodo più lungo: il 28,4% sono state seguite dagli operatori dei Cda per la prima volta dieci anni fa: di queste persone solo una piccola parte è stata aiutata ininterrottamente nei 10 anni, circa il 30%; gli altri hanno alternato periodi di autonomia dalla rete dei servizi a momenti di riacutizzazione del disagio.
I migranti sono una delle fasce della popolazione tra le più colpite dalle conseguenze negative della pandemia e della crisi sul fronte economico e sociale. Per alcuni di questi soggetti l’emergenza sanitaria ha voluto dire fare i conti con l’impossibilità di attingere a risparmi accantonati nel passato, con la perdita o la sospensione del lavoro per lunghi periodi di tempo, con il mancato rinnovo dei contratti precari e con la necessità di passare gran parte del proprio tempo in contesti abitativi adeguati. Nel 2021 presso i Cda sono state accolte 1.030 persone straniere (47,4%). Un numero significativo di accessi che, però, per la prima volta, si è rivelato inferiore a quello degli italiani (1.141 persone, pari al 52,6%). Il 64,3% delle persone ascoltate ha un’età compresa tra i 25 e 54 anni (+3% rispetto al 2020). Il 75% sono persone inserite all’interno di nuclei familiari in cui sono presenti figli minori. Rispetto alla posizione lavorativa, il 66,19% delle persone dichiara di essere disoccupata (circa il 10% in più rispetto allo scorso anno). Diminuisce sensibilmente il numero delle persone occupate che passa dal 23,5% al 18,70%.

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