“Nessuno può trovare una giustificazione a questi crimini commessi dai russi e sono consapevole e certo che a suo tempo tutti i responsabili di questi crimini saranno puniti. Per il momento noi viviamo e sopportiamo con la gente questo dolore. Sentiamo il vuoto nei nostri cuori. Piangiamo con tutte le vittime”. Raggiunto dal Sir, mons. Vitalii Kryvytskyi, salesiano, 49 anni, vescovo cattolico di rito latino di Kiev e Zhytomyr, racconta come sta vivendo personalmente le notizie e le immagini di quello che è successo attorno alla capitale. “Conosco le città di Bucha, Irpin, Gostomel, Vorzel’, come tutte le città attorno a Kiev che erano molto agevoli, belle, tranquille. Conosco anche tanta gente che abitava lì, che erano felici e vivevano sereni in queste città. Questo ultimo mese è tutto cambiato e questo conflitto mi ha provocato uno choc”. Una immensa area di macerie, distruzioni, corpi e fosse comuni. “Queste città – dice il vescovo – sono state oggi ferite da gente cattiva, colpite da veri e propri atti di barbarie, prese di mira dall’odio”. Sulla possibilità di parlare già da ora di “genocidio” il vescovo risponde: “Sono certo che, tra non molto, tutti troveranno la terminologia giusta per descrivere quanto è successo. Senza dubbio tutti questi crimini, tutte queste atrocità, che si sono compiute in queste città, non possono trovare alcuna giustificazione. Sentiamo che, come ucraini, siamo vittime di odio. È un sentimento che si è accumulato in tanti anni precedenti in Russia. Questo odio oggi ha provocato molte ferite nella popolazione ucraina. Per quanto ci riguarda come Chiesa, dobbiamo fare in modo da non permettere che questo odio entri anche nei nostri cuori, sforzarci perché questa ira oggi non entri nella nostra vita. Quello che voglio dire è che non possibile rispondere all’odio con l’odio, soltanto con il perdono possiamo vincere questo odio e trovare giustizia”.