“Malta è un luogo-chiave per quanto riguarda il fenomeno delle migrazioni”. Lo ha sottolineato il Papa, che ripercorrendo nell’udienza di oggi le tappe del suo viaggio apostolico a Malta ha raccontato come “nel Centro di accoglienza Giovanni XXIII ho incontrato numerosi migranti, che sono approdati sull’isola dopo viaggi terribili”. “Non bisogna stancarsi di ascoltare le loro testimonianze, perché solo così si esce dalla visione distorta che spesso circola nei mass-media e si possono riconoscere i volti, le storie, le ferite, i sogni e le speranze di questi migranti”, l’appello di Francesco: “Ogni migrante è unico, non è un numero, è unico come ognuno di noi: il migrante è una persona con la sua dignità, le sue radici, la sua cultura. Ognuno di essi è portatore di una ricchezza infinitamente più grande dei problemi che pure comporta”. “E non dimentichiamo che l’Europa è stata fatta dalle migrazioni”, ha aggiunto a braccio. “Certo, l’accoglienza va organizzata, va governata, e prima, molto prima, va progettata insieme, a livello internazionale”, ha precisato il Papa: “Perché il fenomeno migratorio non può essere ridotto a un’emergenza, è un segno dei nostri tempi. E Come tale va letto e interpretato. Può diventare un segno di conflitto, oppure un segno di pace. Dipende come lo prendiamo, dipende da noi”.