“Malta nel suo insieme è un laboratorio di pace! Tutta la nazione, col suo atteggiamento. E può realizzare questa sua missione se, dalle sue radici, attinge la linfa della fraternità, della compassione, della solidarietà”. E’ l’omaggio del Papa all’isola méta del suo viaggio apostolico, di cui oggi in Aula Paolo VI ha ripercorso le tappe. “Il popolo maltese ha ricevuto questi valori insieme con il Vangelo, e grazie al Vangelo potrà mantenerli vivi”, ha proseguito Francesco, definendo Malta “un luogo-chiave anche dal punto di vista dell’evangelizzazione: “Da Malta e da Gozo, le due diocesi del Paese, sono partiti tanti sacerdoti e religiosi, ma anche fedeli laici, che hanno portato in tutto il mondo la testimonianza cristiana. Come se il passaggio di San Paolo avesse lasciato la missione nel DNA dei maltesi! Per questo la mia visita è stata anzitutto un atto di riconoscenza, riconoscenza a Dio e al suo santo popolo fedele che è a Malta e a Gozo”. “Tuttavia, anche lì soffia il vento del secolarismo e della pseudocultura globalizzata a base di consumismo, neocapitalismo e relativismo”, l’analisi del Papa: “Anche lì, perciò, è tempo di nuova evangelizzazione”. “La gioia della Chiesa è evangelizzare!”, ha esclamato di nuovo Francesco, che ha aggiunto a braccio: “Non dimentichiamo questo: San Paolo VI dice che la vocazione della Chiesa è evangelizzare, la gioia della Chiesa è evangelizzare. Non dimentichiamo questo: è la definizione più bella della Chiesa”. Poi il Papa ha ringraziato ancora una volta il presidente della Repubblica di Malta, “così cortese e fratello”: “Grazie a lui e alla sua famiglia, al primo ministro e alle altre Autorità civili, che mi hanno accolto con tanta gentilezza; come pure ai vescovi e a tutti i membri della comunità ecclesiale, ai volontari e a quanti mi hanno accompagnato con la preghiera”. “Non vorrei trascurare il di Centro di accoglienza Giovanni XXIII”, ha concluso ancora a braccio: “Lì, col frate francescano che lo porta avanti, ha 91 anni e continua a lavorare così, con i collaboratori della diocesi. E’ un esempio di zelo apostolico e di amore ai migranti che oggi ci vuole tanto. Noi, con questa visita, seminiamo, ma è il Signore che fa crescere. Che la sua bontà infinita conceda frutti abbondanti di pace e di ogni bene al caro popolo maltese! Grazie al popolo maltese per la sua accoglienza così umana, così cristiana!”.