Usura: Fondazione San Nicola e Santi Medici di Bari, nel 2021 aiutati con Fondi propri chi non aveva requisiti per accedere a quelli di Stato

“I reati di estorsione passati da 963 a 897; stesso andamento per quelli riguardanti il reato di usura, passati da 101 a 83 (nel 2018, 135)”. Sono alcuni dati forniti ieri sera durante l’Assemblea ordinazione della Fondazione antiusura di Bari, riprendendo la Relazione sull’Amministrazione della Giustizia, nel periodo luglio 2020-30 giugno 2021, a cura della Corte d’appello di Bari.
I procedimenti esecutivi immobiliari presso i Tribunali di Bari, Foggia e Trani sono 2.265 in totale. Nel solo Tribunale di Bari sono pervenuti 642 e definiti 1.028. I fallimenti, nel 2021, sono stati 458 in totale nei tre tribunali di Bari-Foggia-Trani. Rispetto allo scorso anno sono aumentati più del 32%. La Fondazione è intervenuta più volte per impedire la vendita di immobili, assicurando ogni possibile sostegno giuridico ed economico alle famiglie sull’orlo della disperazione perché prossime ad essere private di questo bene.
Una risorsa importante , ancora una volta, è giunta dalla Regione Puglia: sono giunti ancora 100mila euro da destinare a favore di privati e piccoli imprenditori che abbiano patito in maniera più o meno devastante le implicazioni della pandemia, erogando rispettivamente un contributo massimo di 5mila e 2mila euro. Si è subito dato corso alla distribuzione allargando la base dei fruitori.
La Fondazione ha svolto una capillare azione di solidarietà nei confronti di coloro che non avevano i requisiti per accedere ai Fondi di Stato, facendo ricorso ai Fondi propri, erogando 8 sovvenzioni, a titolo gratuito, da rimborsare a piccole rate mensili, per un totale di oltre 34mila euro.
Gli interventi giunti a buon fine sono stati possibili grazie anche alle anticipazioni concesse dalla Fondazione con i fondi propri, rivolte alla rinegoziazione dei mutui, ovvero la possibilità di rimodulare alcuni termini del contratto (la durata, la tipologia, il tasso di interesse), e alla sospensione del pagamento delle rate per un tempo massimo di 12 mesi. In tali casi (dieci posizioni), le banche hanno acconsentito dietro precise assicurazioni che la garanzia prestata fosse estesa per tutto il periodo dell’allungamento. Per esse la Fondazione, come sempre, ha fatto da tutor e ha fornito assistenza in tutte le fasi: dall’istruttoria della pratica all’incontro in banca, fino alla nuova contabilizzazione.
In alcuni casi è stato possibile promuovere dei percorsi con alcune diocesi per assicurare le anticipazioni necessarie per il rientro in bonis delle persone “a rischio casa”. L’esperienza positiva ha permesso la ripresa del normale pagamento delle rate. Per la restituzione di tali anticipazioni, le diocesi hanno concordato dei piani agevolati di rientro. Questa procedura, visti i risultati, sarà ipotizzata tutte le volte che se ne verificherà la percorribilità
In alcuni casi la Fondazione ha dovuto prendere atto che delle persone/famiglie, non potendo rispettare il piano di rimborso per l’acquisto della casa tramite il mutuo contratto negli anni precedenti per la perdita di lavoro o per sopravvenuta cassa integrazione, hanno dovuto “svendere” la casa per ripianare i debiti.

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