Il presidente della Conferenza episcopale austriaca, l’arcivescovo di Salisburgo Franz Lackner, è rimasto profondamente scioccato dalle immagini di Bucha. Le immagini, che testimoniano un massacro mirato di civili, sono espressione di una “sconvolgente escalation” di violenze. “Questo orrore è un sacrilegio, un peccato palese”, ha detto lunedì l’arcivescovo Lackner in una dichiarazione a Kathpress. “I responsabili devono essere ritenuti responsabili. Questa guerra catastrofica deve finire”. Anche l’arcivescovo di Salisburgo ha invitato alla preghiera per le vittime e per la pace. “Preghiamo per coloro che stanno soffrendo in Ucraina e Russia. Con le mani aperte e il cuore aperto, aiutiamo tutti coloro che ora devono trovare una nuova casa con noi. Non vi dimenticheremo!”.
Una riflessione sulla tragedia ucraina arriva dall’esperto della Chiesa orientale di Salisburgo e presidente della sezione Pro Oriente di Salisburgo, il prof. Dietmar Winkler, che in un’intervista al giornale cattolico domenicale tedesco “Katholische SonntagsZeitung” afferma che un incontro personale tra Papa Francesco e il patriarca Kirill manderebbe il segnale sbagliato in questo momento: Winkler è convinto che Mosca se ne approprierebbe per dar lustro alla sua politica ecclesiastica. Invece il segno di pace giusto e forte giungerebbe da Papa Francesco se si recasse ora a Kiev per esprimere la sua solidarietà a coloro che soffrono per la distruzione e a coloro che fuggono dalla guerra. Ciò corrisponderebbe all’immagine stessa di Francesco, “che sa andare ai margini della società. Quindi non al Palazzo del Patriarca a Mosca, ma alle chiese distrutte in Ucraina”.