Anche la Chiesa cattolica in Svizzera ha deciso di aprire i propri archivi e affidare ad un gruppo di ricerca indipendente indagini “scientifiche” sugli abusi sessuali commessi in ambito ecclesiale. “Con un progetto pilota – si legge in un dossier per la stampa – la Chiesa cattolica in Svizzera si pone di fronte a un capitolo oscuro: su suo incarico un gruppo di ricerca dell’Università di Zurigo ha dato inizio alle indagini scientifiche sugli abusi sessuali nel contesto ecclesiale. Per questa ragione nei prossimi mesi saranno aperti anche gli archivi episcopali segreti”. “Per un lungo periodo – spiega la nota – gli abusi sessuali perpetrati da pastori, operatori pastorali e membri di ordini religiosi della Chiesa cattolica romana ha causato una grande sofferenza. Molti crimini sono stati nascosti e le vittime sono state ignorate”. “È giusto portare alla luce i crimini del passato”, dice mons. Joseph Maria Bonnemain, responsabile per i vescovi della lotta contro gli abusi sessuali. E riconosce: “la rielaborazione è un obbligo innanzitutto nei confronti delle vittime”. La Conferenza dei vescovi svizzeri (Cvs), la Conferenza centrale cattolica romana della Svizzera (Rkz) e la Conferenza delle unioni degli ordini religiosi e delle altre comunità di vita consacrata in Svizzera (Kovos) sono convinte che “un’indagine scientifica indipendente sul proprio passato sia indispensabile”. Per questa ragione le tre istituzioni hanno affidato alle due professoresse del Seminario storico dell’Università di Zurigo, Monika Dommann e Marietta Meier, l’incarico di dirigere un progetto pilota. Secondo l’abate Peter von Sury, “per la prima volta le tre istituzioni più significative della Chiesa cattolica romana in Svizzera parlano con una voce sola dei casi di abusi. Noi tre committenti abbiamo compiuto un importante processo di apprendimento che non è concluso”. Le committenti sono convinte che la Chiesa deve essere “pronta ad ammettere i propri errori e a modificare le strutture che hanno reso possibili o favorito i crimini e il loro insabbiamento”. Renata Asal-Steger, presidente della Conferenza centrale cattolica romana della Svizzera aggiunge: “Alle parole di costernazione devono seguire fatti. Grazie alla ricerca indipendente e incurante della propria reputazione deve essere portata luce nell’oscurità. Sono inoltre indispensabili riforme strutturali, affinché il potere nella Chiesa sia distribuito e si ponga un freno al suo abuso”. Il pubblico sarà informato solo quando saranno disponibili i risultati. Mons. Bonnemain insiste: “L’indagine e il fare luce sul passato sono solo l’inizio. La rielaborazione e soprattutto la prevenzione proseguiranno. Le strutture ecclesiastiche, i canali decisionali e la ripartizione delle competenze devono essere riconfigurati per poter impedire efficacemente gli abusi”.