Un governo di minoranza è il nuovo esecutivo del Montenegro, guidato dal premier Dritan Abazovic appoggiato dal Movimento cittadino dell’Ura, dai socialdemocratici, dalle minoranze nazionali ma anche dei filo-serbi della Snp. Viene definito un governo “filo-occidentale” che pone come prime priorità di incentivare integrazione europea e lotta contro la corruzione. Ma anche lo Stato di diritto e lo sblocco delle istituzioni giudiziarie. “L’idea è che il Montenegro riacquisti stabilità, riconciliazione e una prospettiva europea al posto dell’attuale instabilità politica”, ha detto Dritan Abazovic. Il quale era viceministro nel governo precedente di Zdravko Krivokapic che ha avuto il voto di sfiducia a febbraio. Dritan Abazovic ha assicurato che il mandato del suo governo durerà solo un anno e che il suo compito principale sarà quello di preparare le elezioni anticipate previste per la primavera del 2023. “L’idea è di sbloccare il Montenegro e mettere in atto istituzioni funzionali invece del caos”, ha spiegato in una conferenza stampa. “Non siamo contrari alle elezioni anticipate, ma prima abbiamo bisogno di istituzioni funzionanti”. Tra le decisioni imminenti dell’esecutivo sono la firma del controverso concordato con la Chiesa ortodossa serba, lo svolgimento di un censimento della popolazione e l’eventuale adesione del Montenegro all’iniziativa Open Balkans.