Al Convegno missionario nazionale dei seminaristi, organizzato dalla Fondazione Missio e in corso a Bergamo fino a sabato 30 aprile, è intervenuto mons. Francesco Beschi, vescovo di Bergamo e già presidente della Commissione evangelizzazione dei popoli e della Fondazione Missio. La sua lectio magistralis sul tema “Vocazione: vivere per Dono”, titolo del convegno che vede riuniti 130 seminaristi arrivati da ogni parte d’Italia, è stata occasione di riflessione in merito al significato del dono che “rappresenta il mistero e lo stile della missione”. Dono che è “novità evangelica, certamente non vissuta solo dai cristiani, ma assolutamente presente nella storia del mondo e attuale nel tempo in cui viviamo”. “Il nostro tempo – ha fatto notare mons. Beschi – è fortemente connotato dalla libertà. Per alcuni ‘missione’ può essere interpretata come ‘invasione dell’anima altrui’: il superamento di questa tensione sta nell’entrare nella dimensione del dono”.
Più che riflettere su cosa significa “dono” o “donare, occorre capire cosa significa “donarsi”: “Il dono non può prescindere dalle dinamiche della vita, quindi viene rappresentato dal verbo donarsi. Donare è un modo di fare, donarsi è un modo di essere”, ha puntualizzato il vescovo di Bergamo, e non può prescindere dalla gratuità e dalla relazione con l’altro. Tutti elementi essenziali nella missione.
Alla domanda “in cosa consiste la missione?” non si può che rispondere “nell’annuncio del Vangelo”: “Un annuncio non disinteressante, ma disinteressato, offerto, donato: la missione, nella figura del dono, consiste in una comunicazione personale e personalizzante”.
Infine missione è anche forma di sapienza: “sapienza vuol dire stare con chiunque, confrontarci con la realtà che è di tutti (famiglia, scuola, lavoro, malattia, sviluppo, ecc.), ma misurandoci a partire dal Vangelo in cui crediamo, che annunciamo e testimoniamo nella realtà concreta di questo tempo”.
Un esplicito riferimento è stato fatto anche all’attualità della guerra, spesso vista come inevitabile, da affrontare con le logiche del mondo: “Questo – ha detto mons. Beschi – è un dogma del nostro tempo che invece va affrontato con una prassi profetica. La prassi profetica della missione è quella coraggiosa e difficile di destrutturare i dogmi della cultura contemporanea. E non è facile. Di fronte a chi dice: ‘Non sappiamo come fare altrimenti’, rispondiamo: ‘c’è un altrimenti, c’è l’altrimenti del Vangelo’. Non possiamo rimanere cristiani muti di fronte ai dogmi della contemporaneità”. La missione, quindi, consiste anche nell’osare la prassi profetica contrassegnata dalla relazione e dalla reciprocità.