“Crescere in qualità significa anche affrontare il tema della precarietà. Un problema acuto e una spina nel fianco della coesione sociale”. Lo ha ricordato questa mattina il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento all’Istituto salesiano “G. Bearzi” di Udine.
“Continuiamo a registrare lavoro irregolare, che talvolta varca il limite dello sfruttamento, persino della servitù”, ha osservato il Capo dello Stato, aggiungendo che “non mancano lavoratori poveri e pensionati poveri, ai quali il reddito percepito non è sufficiente, anche in ragione del carico familiare o dell’assistenza a persone con gravi difficoltà”. Per Mattarella, “la resilienza e la volontà di ripresa, il desiderio dei giovani di ‘vivere’, sono stati essenziali in questi due anni, caratterizzati da misure di sostegno di carattere eccezionale – sorrette dall’Unione europea – che hanno riguardato vasti settori sociali e produttivi”. “Tante – ha proseguito – sono le sfide davanti a noi in questi tempi non facili. L’Italia ha dimostrato nei mesi passati di possedere le qualità morali per non lasciarsi confondere, per non lasciarsi distrarre dal proprio cammino e dai propri valori”. “Quando aumentano le difficoltà siamo capaci di trarre una forza supplementare dalla unità di intenti, che pure fa salva la diversità e la ricchezza degli apporti. È parte della nostra cultura, della nostra civiltà”, ha evidenziato il presidente, convinto che “il lavoro è espressione di questa coesione, di questa spinta all’unità, di consapevolezza di un destino comune. Una forza preziosa che ci serve particolarmente in questa stagione, in questo periodo così difficile”.