“La pandemia da Covid-19, la guerra in Ucraina e il grido disperato che si alza da più parti rendono quanto mai attuali le parole consegnate da B. Pascal al Pensiero n. 367: ‘Noi corriamo senza preoccuparci verso il precipizio, dopo esserci messi qualcosa davanti agli occhi per evitare di vederlo’. Tra le cose che cerchiamo di non vedere e che, comunque, stanno accompagnando verso il precipizio un’umanità sempre meno incline a farsi aprire occhi e intelligenza, vi sono i numeri che registrano le sempre più insopportabili disuguaglianze nella distribuzione delle risorse”. Lo scrive mons. Nunzio Galantino, presidente dell’Apsa (Amministrazione del Patrimonio della Sede apostolica), su “Vita Pastorale” di maggio.
Tutti gli indicatori, osserva, “confermano il trend che da alcuni anni fa registrare un crescente divario tra i pochissimi che posseggono molto e i moltissimi che posseggono poco”. “È dal 2015 che l’1% più ricco dell’umanità possiede più del restante 99%. Ciò vuol dire che l’attuale sistema economico favorisce l’accumulo di risorse nelle mani di una élite super privilegiata ai danni dei più poveri (in maggioranza donne)”. Per uscirne Galantino indica “il “principio della fratellanza” invocato da Papa Francesco. “La fratellanza – spiega – assicura una base antropologica, etica e spirituale all’indispensabile processo di rinnovamento e di cambiamento che deve coinvolgere l’economia e il mondo della finanza”. Si tratta di un processo che “chiede non solo di uscire dal cerchio della finanza speculativa”, ma anche di “vincere la tendenza costante all’egoismo”. “La fraternità – anche nel mondo della finanza – richiama quello spazio di corresponsabilità capace di avviare e generare nuovi processi e trasformazioni – conclude il presidente Apsa – che pongano al centro la persona nella sua interezza”.