(Milano) “La notizia della beatificazione della nostra ‘Sorella maggiore’, che vivremo domani ha davvero generato un grande entusiasmo nella nostra associazione, ‘dall’alpe nevosa all’isola ardente…’, certo a motivo di una memoria resa concreta e affascinante grazie alla testimonianza e non di rado al servizio educativo e associativo di diverse generazioni di socie e responsabili che sono cresciute dentro quel formidabile ecosistema educativo che sono stati la Gieffe e l’Ac nel secolo scorso, ma anche per la straordinaria attualità e modernità che stiamo riscoprendo nella vicenda storica e ancora di più spirituale di Armida Barelli”. Citando le parole di uno storico inno della Gioventù femminile di Ac, fondata dalla prossima beata, Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale dell’associazione laicale, parla al Sir della Barelli, conosciuta come la “Sorella maggiore” dell’Azione Cattolica.
Notarstefano descrive così la Barelli: “Innovatrice e intraprendente, e allo stesso tempo umile e discreta, una donna capace di cura di relazioni e di accompagnamento. Instancabile e generosa, ma sempre espressione della carità ecclesiale, figlia e sorella, compagna di strada appassionata capace di stimolare e promuovere ed esortare a dare il meglio con ‘amore’, sino alla fine: pensiamo alle parole del suo testamento spirituale”.
Infine: “Mi pare sorprendente – lo dico con grande senso di consolazione e di speranza – la riscoperta che tanti giovani, soprattutto giovani donne, stanno facendo di questa meravigliosa e attuale testimone di laicità cristiana. Guardare ad Armida Barelli ci aiuterà a capire come interpretare in modo innovativo e audace la vocazione associativa e, ne sono certo, il percorso sinodale di tutta la Chiesa”.