Per la Giornata per la sicurezza e la salute sul lavoro istituita nel 2003 dall’Organizzazione internazionale del lavoro, l’obiettivo dell’Anmil (Associazione nazionale fra lavoratori mutilati ed invalidi del lavoro) è “contribuire ad accendere i riflettori sulla piaga sociale della mancanza di prevenzione nei luoghi di lavoro e delle malattie professionali, attraverso la sua presenza in diverse iniziative dislocate su tutto il territorio nazionale”.
Secondo i dati Inail inerenti al periodo gennaio-febbraio 2022, in Italia le denunce per malattie professionali in generale risultano ben 8.080, ovvero il 3,6% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (7.801). Secondo l’Oms sono 107mila le persone che, ogni anno, perdono la vita per cause relative all’amianto. “Dietro questi freddi numeri – dichiara il presidente nazionale dell’Anmil, Zoello Forni – ci sono le storie di uomini e donne che, in un giorno di lavoro come tanti altri, hanno visto la loro vita cambiare per sempre”.
A proposito di amianto, in occasione di questa Giornata, Anmil e Aiea Sardegna domani a Ottana, dalle ore 10.30 alle ore 13, riportano sotto i riflettori il caso dell’ex Enichem di Ottana, grazie ad uno studio mirato della Regione Sardegna proprio sulla salute degli operai delle zone industriali. Il convegno vedrà la partecipazione di alcuni dei maggiori referenti istituzionali nazionali e del territorio, affinché siano mossi i passi necessari e urgenti per avviare una sorveglianza attiva che prevenga e tuteli i lavoratori, definisca impegni legislativi che favoriscano la bonifica e il corretto smaltimento dell’amianto e, infine, prevedano una diffusa informazione dei lavoratori e dei cittadini per evitare nuove stragi di innocenti a causa dell’amianto.
“Per far sì che vengano rispettate le vite dei cittadini – aggiunge Forni – dobbiamo assumerci l’impegno comune di dare una svolta alle politiche in materia di prevenzione, soprattutto ora che la ripartenza delle attività economiche e le difficoltà che la nostra economia sta vivendo rischiano di mettere a repentaglio la salute e la sicurezza dei lavoratori. Occorre spendersi sul serio affinché la sicurezza sul lavoro e la salvaguardia della vita umana siano sempre anteposte alle ragioni della produttività e del profitto e trovino il loro posto naturale al centro di ogni politica di sviluppo economico”.
In questo momento preoccupa la recrudescenza dei morti sul lavoro. L’ultimo dato ufficiale disponibile, relativo all’anno 2020, parla di 1.270 decessi. “L’Associazione – conclude Forni – continuerà la sua incessante azione nel segnalare e nel combattere per migliorare la prevenzione grazie ai propri strumenti, come ad esempio la ‘Scuola della testimonianza Anmil’ attraverso la quale si formano opportunamente infortunati che danno il proprio contributo esperienziale nelle aziende, e il dialogo ultraventennale con le scuole che mira alla conoscenza del problema infortunistico da parte delle nuove generazioni, quali classi lavoratrici del domani”.