“Oggi la suocera è un personaggio mitico”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, dedicata al rapporto tra suocera e nuora, sulla scorta del libro di Rut. “Non dico che la pensiamo come il diavolo, ma sempre la si pensa in brutta figura”. ha proseguito Francesco a braccio: “no, è la mamma di tuo marito, di tua moglie”. “La suocera quanto più è lontana, meglio è”, il “sentimento diffuso” da contrastare, per il Papa: “no, è madre, è una persona anziana, e una delle cose più belle delle donne è vedere i nipotini. Quando i figli hanno dei figli, rivivono”. “Guardate bene il rapporto che avete con le vostre suocere”, l’invito di Francesco sempre a braccio: “sì, alle volte sono un po’ speciale, ma ti hanno dato la maternità del coniuge, ti hanno dato tutto. Almeno farle felici, che portino avanti la vecchiaia in modo felice”. “Se hanno qualche difetto, lo correggano”, l’invito alle suocere: “State attente alla lingua, voi suocere, è uno dei difetti più brutti”. L’esempio da seguire è quello del rapporto che si è instaurato tra Rut e Noemi:” I fronti della ricomposizione sono gli stessi che, in base alle probabilità disegnate dai pregiudizi di senso comune, dovrebbero generare fratture insuperabili”. Invece, “la fede e l’amore consentono di superarli”, ha spiegato il Papa: “La suocera supera la gelosia per il figlio proprio – che è un pericolo, la gelosia della suocera per il proprio figlio – amando il nuovo legame di Rut; le donne di Israele superano la diffidenza per lo straniero, e se lo fanno le donne, tutti lo faranno; la vulnerabilità della ragazza sola, di fronte al potere del maschio, è riconciliata con un legame pieno d’amore e di rispetto. E tutto questo perché la giovane Rut si è ostinata ad essere fedele a un legame esposto al pregiudizio etnico e religioso”.