Diocesi: Monreale, 755° anniversario della dedicazione del duomo. Mons. Pennisi, “cuore pulsante della nostra Chiesa”

“Questo duomo, che anticipa il paradiso, è il cuore pulsante della Chiesa di Monreale, è il luogo di incontro di una comunità unita nelle gioie e nei dolori, nelle speranze e nelle preoccupazioni, legate ancora alla pandemia e alle sue conseguenze in campo psicologico, sociale e religioso, a cui si aggiungono i drammi della guerra in Ucraina e in altri paesi e le molteplici povertà vecchie e nuove”. Lo ha detto l’arcivescovo di Monreale, mons. Michele Pennini, nell’omelia della messa che ha celebrato ieri nel duomo, in occasione del 755° anniversario della dedicazione della cattedrale e del nono anniversario dell’inizio del suo ministero episcopale nell’arcidiocesi. “La diocesi, come Chiesa locale – ha aggiunto il presule -, è esperienza di fede vissuta comunitariamente, è un evento di grazia e di salvezza che avviene nella storia di un popolo che cammina insieme in un tempo e in un luogo particolari”.
Dalle parole dell’arcivescovo emerge un messaggio chiaro: “Nel riunirsi dei fedeli, Dio opera segni e prodigi, rinsalda e fa crescere la comunità e disperde le forze disgregatrici. Ne nasce una vita bella, che sa affrontare le vicende umane, nella loro alternanza tra gioie e dolori, alla luce del Vangelo, senza fughe dalla realtà, ma con la gioia pasquale nel cuore che irradia una speranza indistruttibile di vita senza fine”.
Guardando poi al cammino sinodale in atto, a livello diocesano, il presule ha ricordato che “tra le intuizioni emerse c’è l’essersi scoperti come comunità ‘arcipelago’ che rappresenta un ostacolo al cammino sinodale; e la proposta di rompere alcuni schemi pastorali legati al passato cercando collaborazioni anche al di fuori dalle mura della Chiesa, le cui porte devono restare aperte per uscire”. Quindi, l’attenzione alle consultazioni avvenute nei diversi gruppi sinodali dei vari vicariati, delle aggregazioni ecclesiali, dei membri degli istituti di vita consacrata e di altre istituzioni ecclesiali: “Occorre reimpostare le relazioni, bisogna ripartire e vivere l’oggi, prendere ciò che di bello e buono si è sperimentato anche in questo tempo così difficile, sintonizzando la mente e il cuore sul positivo che c’è da cogliere”.

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