È stato presentato nei giorni scorsi a Gerusalemme, davanti al presidente dello Stato di Israele, Isaac Herzog, il libro “Siamo qui siamo vivi” scritto dal giornalista pesarese Roberto Mazzoli, con prefazione di Liliana Segre. Il libro pubblicato da San Paolo nel 2017, è stato oggi tradotto dalla casa editrice Gefen e già distribuito nelle scuole israeliane.
Pagine che, dopo oltre 70 anni, hanno riportato alla luce il diario inedito di Alfredo Sarano, segretario della Comunità ebraica di Milano, che nel 1944 riuscì a nascondere le liste di oltre 14mila ebrei milanesi salvandoli così in larga parte dai campi di sterminio nazisti. In seguito Sarano, con la sua famiglia composta da sette persone, fuggì a Mombaroccio sulle colline di Pesaro. Qui furono nascosti da alcuni contadini del posto, di nome Ciaffoni, e vennero protetti dai frati francescani che aprirono le porte del convento del Beato Sante per dare rifugio a diverse decine di perseguitati tra cui numerosi ebrei. Ma la salvezza della famiglia Sarano è legata anche alla figura di Erich Eder, giovane comandante della Wehrmacht di fede cattolica che, dopo aver compiuto un voto davanti all’urna del Beato Sante, scelse di non deportare nessun ebreo. Per quel gesto oggi Eder è riconosciuto tra i “Giusti” nel giardino internazionale Gariwo.
“È stata un’emozione indescrivibile consegnare il libro nelle mani del presidente Herzog – dicono Matilde e Miriam, figlie di Alfredo Sarano – e lo abbiamo fatto nel ricordo dei nostri genitori ma anche di nostra sorella Vittoria, deceduta un anno fa. La cosa ancor più straordinaria è stata condividere la gioia di questo momento con decine di amici a noi molto cari”. Per l’occasione infatti Moshè Eskenazi, marito di Vittoria, ha voluto invitare e offrire un’ospitalità completa alle tante persone che nel corso degli anni hanno condiviso la storia della famiglia Sarano. Per loro Moshè e la famiglia Eskenazi hanno organizzato anche un tour suoi luoghi più significativi di Israele con una tappa al memoriale dello Yad Vashem. “Un gesto di riconoscenza verso chi ha voluto bene a Vittoria – spiega Moshè – che ha voluto fortemente la traduzione in ebraico di questo libro”.
E così si è mossa dalle Marche, da Milano e dalla Germania una nutrita delegazione, coordinata da Gerusalemme grazie all’avvocato Arnon Gicelter. Presenti tra gli altri il sindaco di Mombaroccio, Emanuele Petrucci, il guardiano del convento del Beato Sante, padre Alvaro Rosatelli, la famiglia Ciaffoni, l’avvocato Paolo Polizzi e Angela Leone. Provenienti dalla Baviera invece Günther Eder e Peter Küspert, rispettivamente figlio e genero del comandante tedesco Erich Eder.
È stata Michal Eskenazi, nuora di Vittoria e Moshè a illustrare al presidente Herzog il contenuto del libro. Lo ha fatto nella sua veste di curatrice del volume tradotto da Alon Altrash.