L’arcivescovo di Agrigento, mons. Alessandro Damiano, e il sindaco di Licata, Giuseppe Galanti, alla presenza del vicario foraneo di Licata, don Tommaso Pace, di padre Francesco Ciaccia, rettore del santuario di Licata, hanno firmato questa mattina nell’arcivescovado di Agrigento un accordo con il quale Comune di Licata e arcidiocesi di Agrigento hanno voluto adattare ai giorni d’oggi le previsioni dei documenti storici riguardanti le reliquie di Sant’Angelo e l’urna reliquiaria. Sono state così definite le reciproche competenze sulle reliquie di Sant’Angelo martire carmelitano, patrono della città di Licata, e sull’urna reliquiaria in argento.
L’accordo è stato redatto tenendo conto delle dichiarazioni del Concilio Vaticano II, in particolare per ciò che riguarda la libertà religiosa ed i rapporti fra la Chiesa e la comunità politica e del Codice di diritto canonico alla luce dei capitoli storici disposti con bolla Decet Romanum Pontificem del 1598 da Papa Clemente VIII e rileggendo la secolare tradizione dello ius patronatus goduto ab immemorabili dal Comune di Licata.
L’aspetto centrale dell’accordo è quello che riconosce la proprietà delle reliquie: sono state, fin dalla riesumazione e successive ricognizioni e dell’urna reliquiaria, alla comunità ecclesiale di Licata che ne è la legittima proprietaria ed è rappresentata giuridicamente dal vescovo pro-tempore dell’arcidiocesi di Agrigento. Il comune di Licata riconosce all’arcidiocesi di Agrigento tutte le prerogative che le competono sulle reliquie e sull’urna reliquiaria, esercitandole nelle forme e nei modi stabiliti dai canoni ecclesiastici e dall’accordo firmato.