Perù: vescovi, “deporre l’egoismo, misure radicali contro la corruzione”

(Foto: Cep)

“La Conferenza episcopale peruviana, consapevole della realtà che i peruviani vivono in tutte le zone del Paese, rivolge un appello urgente ai propri leader politici affinché assumano la situazione attuale con maggiore responsabilità: è necessario deporre l’egoismo; concordare le riforme politiche necessarie per portare avanti il Paese, stabilendo misure radicali contro la corruzione. Il potere dev’essere al servizio del popolo e non al servizio dei suoi rappresentanti, o di chi rivendica questa condizione, al di là di quanto stabilito dal nostro ordinamento giuridico e sociale”.
È quanto sostengono i vescovi peruviani, che si sono riuniti mercoledì e ieri in via straordinaria proprio per discutere della situazione del Paese, da settimane bloccato da scioperi e blocchi stradali dovuti all’aumento dei prezzi, mentre il governo del presidente Pedro Castillo continua a dare segni di estrema fragilità. L’analisi dei vescovi fotografa la preoccupante situazione del Perù dal punto di vista istituzionale, economico e sociale: “Dal 2016, la crisi politica che travolge il nostro Paese è stata aggravata dalla costante instabilità, generata dai vari attori politici e gruppi di potere. Da allora abbiamo avuto tre Congressi e cinque presidenti della Repubblica. A questa crisi politica si è aggiunta la crisi sanitaria causata dal Covid-19, che ha mostrato le gravi carenze del Paese per quanto riguarda il sistema sanitario e scolastico. Allo stesso modo, era evidente la fragilità del nostro popolo, operoso e prospero, ma immerso nell’informalità economica (all’80%, secondo gli esperti) e nella disoccupazione, che colpisce ulteriormente l’economia precaria di migliaia di nostri fratelli peruviani”.
“I cittadini più poveri e vulnerabili sono quelli che subiscono il maggiore impatto delle conseguenze di questa instabilità politica. Le misure economiche che sono state prese in questi giorni, con l’obiettivo di generare più occupazione e produttività, sono insufficienti, poiché non sono finalizzate a contrastare il duro impatto economico che stiamo vivendo”.

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