Si intitola “Liberamente” ed è il programma di iniziative lanciato oggi dalla diocesi di Padova per celebrare l’ottavo centenario della fondazione dell’università di Padova e sottolineare così il legame storico tra le due istituzioni. Il programma prenderà il via a maggio ed è rivolto a tutti ma in particolare agli studenti. “È un percorso storico, ludico, scientifico, artistico e altro ancora, per fare memoria e riconoscere 800 anni di collaborazione tra università e Chiesa di Padova, come indicato anche nello stemma dell’ateneo – in cui compaiono le effigi di Santa Caterina e di Cristo Redentore – con un atteggiamento di gratitudine e riconoscenza per quanto ereditato dal passato, riscoprendo quanto sia ancora importante questa collaborazione nell’oggi”, ha sottolineato don Luca Facco, vicario episcopale per i rapporti con le istituzioni e il territorio della diocesi padovana. “L’università è da sempre un luogo di accoglienza e scambio, antidoto contro le intolleranze. Mai come oggi parlare di libertà è un privilegio ma noi vogliamo che sia anche un diritto”, ha rimarcato Telmo Pievani, delegato alla comunicazione e alla divulgazione scientifica dell’Università di Padova, che ha anticipato come tra gli obiettivi delle celebrazioni dell’Università, che si concluderanno nel febbraio 2023, vi sia anche la stesura di una Carta delle libertà e dei saperi. “Gli 800 anni dell’Università di Padova – ha spiegato poi don Giorgio Bezze, direttore dell’Ufficio di Pastorale della Cultura e dell’Università della Diocesi di Padova e direttore del Centro universitario – riguardano da vicino anche la Chiesa di Padova, che in questi secoli è sempre stata non solo interlocutore dell’ateneo patavino, ma anche protagonista attraverso personalità illustri, passaggi storici, percorsi di dialogo”. “Non possiamo dimenticare – ha aggiunto – che la ricerca di libertà di cultura e di espressione, che caratterizza fin dal suo nascere l’Università patavina tanto da apparire nel motto attorno al suo sigillo, ‘Universa Universis Patavina Libertas’, era sostenuta non solo dai governi civili ma anche dall’autorità ecclesiastica, e che lo sviluppo e la crescita dell’ateneo padovano fin dall’inizio è da collegarsi all’insediamento in città dei frati predicatori di San Domenico”.