“Teologie, ecologie ed estrattivismo” è il titolo del libro pubblicato congiuntamente dal Consiglio episcopale latinoamericano (Celam) e dalla rete continentale Iglesias y Minería, con il supporto dell’agenzia austriaca di cooperazione Katholische Jungschar (Dka). Nel volume è contenuto un insieme di riflessioni, con approccio teologico, che scaturiscono dalle grida delle comunità colpite da progetti estrattivi e dalle ferite subite dalla madre terra, avendo come base i testi dell’enciclica Laudato si’.
Si tratta, si legge nel volume, di denunciare la “distruzione violenta per accumulare profitti e mantenere un livello di consumo iniquo e osceno”, cosa molto presente nel Sud del mondo, in America Latina, dove si cerca di “sfruttare la maggior quantità di materiale nel minor tempo possibile”. Denunce che rappresentano la base del recente viaggio in Europa di una delegazione di Iglesias y Minería, che ha fatto tappa anche a Vienna, alla Dka. In questo contesto è emerso questo spazio ecumenico di riflessione, a cui partecipano “teologi dell’America Latina, dell’Europa e degli Stati Uniti. Disposti ad ascoltare, dialogare, apprendere e condividere le proprie conoscenze, esperienze”. Alcune riflessioni cercano di aiutare “a fornire un fondamento teologico alla campagna di disinvestimento minerario”: una proposta, rilanciata anche nel recente tour europeo, rivolta in particolare agli organismi ecclesiali, di rinunciare a investimenti in realtà che promuovono progetti minerari.
Il libro si articola in tre assi tematici: prospettiva teologica etica, teologia liturgica e teologia postcoloniale. “A partire da questo – si legge nella nota di Iglesias y Minería -, supponendo che ci siano più domande che risposte, cerchiamo di rispondere alle preoccupazioni attraverso uno sforzo collettivo, una condivisione di conoscenze che ci aiuti a costruire insieme nuove pratiche che illuminino e guidino il percorso eco-spirituale”.