Nel 150° anniversario della fondazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice, la Congregazione femminile fondata nel 1872 – sulla scia della Società salesiana – da san Giovanni Bosco e da santa Maria Domenica Mazzarello, e nel 50° di trasferimento dell’istituto locale dagli antichi ambienti siti in via Napoli nelle stanze dell’Opera “Buonsanti”, a Cerignola, la comunità educante guidata da suor Francesca Bucci ha organizzato una giornata di studio sul tema “‘Una memoria che si fa storia’. Le Figlie di Maria Ausiliatrice a Cerignola: passione educativa tra ieri e oggi”.
Con la partecipazione di suor Carla Meschini, vicaria ispettoriale, e delle autorità ecclesiali e civili della cittadina foggiana, l’incontro culturale – che si terrà stasera, alle ore 18, nel teatro-palestra dell’Opera “Buonsanti” (via Savona, 8/viale Europa, 9) a Cerignola – sarà caratterizzato dagli interventi di suor Grazia Loparco, vice preside e docente ordinaria di Storia della Chiesa nella Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” (“Le Figlie di Maria Ausiliatrice per l’educazione da 150 anni: il volto femminile del carisma salesiano”), e di Angelo Giuseppe Dibisceglia, docente di Storia della Chiesa nell’Università Pontificia Salesiana (Roma) e nella Facoltà Teologica Pugliese (Bari), (“Le Figlie di Maria Ausiliatrice a Cerignola tra le pagine della ‘Cronaca’: 1933-1965”).
“Don Bosco – si legge nella Cronistoria delle Figlie di Maria Ausiliatrice – ha maturato la scelta di fondare una Congregazione religiosa femminile per l’educazione delle giovani in attenzione alle sollecitazioni del suo contesto, dalla constatazione dello stato di abbandono e povertà in cui si trovavano molte ragazze; dal contatto con vari Istituti femminili; dalla conferma del Papa Pio IX che lo incoraggiò in questa scelta; da ripetuti ‘sogni’ e fatti straordinari da lui stesso raccontati; dalla profondità della sua devozione mariana: ‘Abbine cura: sono mie figlie’. Mentre egli maturava questo progetto, a Mornese (Alessandria), Maria Domenica Mazzarello, membro dell’Associazione delle Figlie dell’Immacolata, animava un gruppo di giovani donne che si dedicavano alle ragazze del paese, con lo scopo di insegnare loro a rendersi abili nel cucito, e soprattutto, per orientarle ad essere buone cristiane e oneste cittadine. Due sogni si trovavano così a convergere in un identico ideale: far nascere anche per le ragazze e le giovani una Famiglia religiosa analoga a quella dei Salesiani: un nuovo carisma educativo nella Chiesa”.