Ricoveri ancora giù per la seconda settimana consecutiva. Prosegue il trend di discesa del numero dei pazienti ospedalizzati in aree Covid, che già la scorsa settimana si era ridotto dell’1%: nel periodo 12-19 aprile si registra una diminuzione più netta pari al 5,3%. È quanto emerge dalla rilevazione degli ospedali sentinella della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso).
Con il segno meno sia i ricoveri Covid nei reparti ordinari sia nelle terapie intensive. Nelle rianimazioni, dopo una settimana di sostanziale stabilità, la quota di pazienti ricoverati è scesa del 6,9%. Più ridotto il calo nei reparti ordinari pari al 5,2%.
Da evidenziare la situazione in terapia intensiva relativa ai pazienti fragili: il 100% dei ricoverati per Covid, dunque con sintomi respiratori e polmonari, è affetto da altre gravi patologie. Circa il 30% dei pazienti in rianimazione, pur con significative comorbidità, è no vax: continua a non godere della protezione vaccinale nonostante i ripetuti appelli alla somministrazione del vaccino soprattutto per i soggetti vulnerabili. Tra i vaccinati, invece, il 55% lo è da oltre 4 mesi.
“Siamo in una fase di calo dei ricoveri piuttosto netto. L’inversione di tendenza nell’andamento dei ricoveri, un po’ incerto nella settimana scorsa, ha preso consistenza – commenta il presidente Fiaso, Giovanni Migliore -. Anche se non si può parlare di crollo, il dato in declino in tutte le tipologie di ricoverati è un segno piuttosto evidente. La presenza nelle terapie intensive di pazienti che, nel 100% dei casi, soffrono di altre patologie, pone tra le priorità il tema della quarta dose per i fragili. A oggi l’adesione è ancora scarsa, solo un paziente su 10 tra gli immunocompromessi ha fatto il secondo booster vaccinale su una platea di oltre 800mila che ne avrebbero bisogno. A consigliare la necessità della quarta dose non sono solo i dati scientifici sul calo della protezione vaccinale dopo 120 giorni, ma anche i ricoveri in rianimazione: nei nostri reparti intensivi arrivano adesso solo i soggetti fragili. Sono i più a rischio di sviluppare le conseguenze più gravi della malattia, è fondamentale avviare la campagna per la quarta dose in maniera massiccia e procedere con la chiamata attiva di tutti i pazienti in carico presso le strutture sanitarie e ospedaliere per invitarli alla vaccinazione”.