Il report finale del progetto “Fata – From Awareness to Action”, prima ricerca in Italia sulla contraffazione nei mercati online, realizzata da Università Cattolica del Sacro Cuore – con il suo spin-off Crime&tech – e Ministero dell’Interno, con il supporto di Amazon, ha analizzato i modi operandi e gli strumenti attualmente utilizzati dagli operatori del settore e non nel contrasto di queste nuove minacce. La ricerca, presentata oggi, ha identificato diverse buone pratiche e raccomandazioni.
In particolare, è necessario “rafforzare il monitoraggio del fenomeno, ad esempio tramite la costituzione di un osservatorio scientifico – di cui Fata vuole essere la prima pietra – che crei e gestisca una banca dati di casi e schemi di anomalia accessibile ad autorità pubbliche e stakeholder privati”; “ampliare i canali per lo scambio di informazioni, anche a livello transnazionale, tra settore pubblico e settore privato, su account e metodi di pagamento sospetti (ad esempio, carte clonate), modalità di vendita e schemi utilizzati”; “potenziare le capacità tecnologiche e di analisi delle autorità pubbliche e delle aziende private attraverso una formazione specifica sugli strumenti di data analytics (machine learning, reti neurali etc.) e sulle informazioni o fonti dati utilizzabili, per sfruttare meglio i dati disponibili e tracciare l’origine dei prodotti, le inserzioni e le attività sul web e i venditori ad alto rischio”.
“La Direzione centrale della Polizia criminale, Ufficio interforze del Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, ha condiviso con entusiasmo l’iniziativa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, poiché contribuisce all’approfondimento della conoscenza del fenomeno della contraffazione online e all’individuazione di sempre più incisive strategie di prevenzione e contrasto. Per affrontare efficacemente un fenomeno in continua evoluzione come la contraffazione, il progetto Fata costituisce un importante punto di partenza. È fondamentale mettere a fattor comune competenze trasversali per affrontare le sfide del presente e del futuro”, ha dichiarato il prefetto Vittorio Rizzi, vice direttore generale della P.S. – direttore centrale della Polizia criminale.
“Nonostante la sua rilevanza, la contraffazione online è un fenomeno ancora poco conosciuto che richiede una strategia di contrasto specifica. Il progetto Fata rappresenta il primo passo in questa direzione grazie ad una collaborazione sempre più stretta tra i diversi attori coinvolti. La ricerca accademica può contribuire significativamente alla lotta alla contraffazione, integrando l’esperienza e le soluzioni innovative degli attori pubblici e privati”, ha affermato Ernesto U. Savona, direttore del centro di ricerca Transcrime e ceo di Crime&tech dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.