Afghanistan: attentato a Kabul. Najafi (scrittore), “un orrore! Colpiscono le scuole e i luoghi del sapere per tenere il Paese nell’ignoranza e dominarlo”

(Foto: ANSA/SIR)

“Un orrore! Colpiscono le scuole e i luoghi del sapere per tenere il Paese nell’ignoranza e dominarlo”. Così lo scrittore afghano Gholam Najafi commenta al Sir gli attentati esplosivi, ieri a Kabul, contro la scuola maschile Abdul Rahim Shahid e un istituto di lingua inglese che ha provocato, secondo fonti di stampa, almeno 25 morti e un numero imprecisato di feriti. Gli attentati, forse opera di kamikaze, non sono stati ancora rivendicati anche se tutto farebbe propendere per un’azione opera del ramo locale dell’Isis, lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante – Provincia di Khorasan, che, da quando i talebani hanno estromesso il governo afghano appoggiato dagli Stati Uniti, nell’agosto scorso, si è attribuito la paternità di numerosi attentati. A rafforzare questa ipotesi anche il fatto che è stato preso di mira il quartiere popolare Dasht-e-Barchi, abitato prevalentemente dalla minoranza sciita Hazara.

Lo scrittore afghano Gholam Najafi (Foto FMC)

“Hanno voluto colpire un’area abitata da persone appartenenti alla minoranza degli Hazara, spesso oggetto di attentati di gruppi fondamentalisti islamici e vessata anche da politiche discriminatorie da parte dei talebani, che attualmente governano il Paese”, conferma lo scrittore fuggito nel 2000 dal suo Paese a soli 10 anni, dopo l’uccisione del papà da parte dei talebani. “Questi attentati – rimarca Najafi – colpiscono non solo gli alunni o gli studenti, ma anche i loro docenti molti dei quali rinunciano ad insegnare. Le bombe annichiliscono il desiderio di crescere, di conoscere, di aprire la mente e alimentano la paura e l’ignoranza. Davanti a tanta violenza sono poi gli stessi genitori a non mandare più i figli a scuola”. In un Afghanistan segnato da una grave emergenza umanitaria e sanitaria, dove, secondo l’Onu il 95% della popolazione vive in povertà, ci sono, per lo scrittore, delle “piccole luci”, rappresentate da “insegnanti – tra i pochi rimasti nel Paese – che radunano i loro alunni dentro le abitazioni per fare lezione, evitando le scuole bersagli di attentati. Il loro amore per la scuola e per i bambini – dichiara Najafi – è tale da mettere a repentaglio la loro stessa vita. Purtroppo la condizione peggiore è quella delle ragazze. Solo alle più piccole è consentito frequentare le lezioni fino al sesto anno. Le più grandi non possono andare a scuola e sono destinate ai lavori domestici e a matrimoni forzati”.

Afghanistan, bambini a scuola (Foto G.N)

“L’istruzione è una delle risposte migliori, a lungo termine, ai bisogni dell’Afghanistan. La comunità internazionale ha abbandonato il mio Paese. Gli appelli a riguardo del segretario dell’Onu, Antonio Guterres, cadono tutti nel vuoto”. Gholam Najafi è arrivato in Italia nel 2006, vive a Venezia dove si è costruito una nuova vita grazie allo studio e al suo amore per la letteratura. Uno dei sogni dello scrittore è costruire una scuola per i bambini vicino a Herat. È autore di tre libri “Il mio Afghanistan”, “Il tappeto afghano” e, l’ultimo – per adesso –, “Tra due famiglie” (Ed. La Meridiana).

 

 

 

 

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