“Con la Pasqua accogliamo il Vivente, che cammina con noi, entra nelle pieghe più nascoste della nostra umanità”. Lo ha scritto nel messaggio pasquale mons. Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace, che ha voluto sottolineare l’impegno della diocesi per l’accoglienza di quanti sono arrivati dall’Ucraina. “È Pasqua per la nostra comunità diocesana che cerca la pace attraverso l’accoglienza dei profughi nelle proprie case” e “per ogni fedele che, unitamente alle Caritas parrocchiali, si prodiga per gli altri con carità gioiosa e generosità”. Per mons. Oliva tutto ciò è “un aprirsi ad una gara di solidarietà che ci coinvolge, facendo emergere la ricchezza umana e spirituale della nostra comunità sempre aperta all’accoglienza”. Allo stesso tempo, il vescovo locrese ha invitato i suoi fedeli a “guardare oltre”, nel senso che “il ‘nuovo’ non è la guerra”, perché “il ricorso alle armi e la stessa corsa agli armamenti è un ritorno al passato, un farsi ragione con la violenza, una barbarie che umilia la nostra umanità”. Infatti, ha proseguito il presule, “la guerra non è mai risolutiva, crea sempre nuovi problemi. Il Risorto non è venuto per rendere onore ai poteri terreni, non ha mai benedetto le armi, ha sempre rivendicato il potere del servizio, dell’incontro e del dialogo”. In Cristo, ha concluso mons. Oliva, “scopriamo che la vera novità sta nella pace, costruita giorno dopo giorno. Con fatica, col dialogo, nel volto riconciliato del fratello e della sorella. In un mondo interconnesso, che mette in relazione i problemi degli uni e degli altrui”.