Pasqua: mons. Nolè (Cosenza-Bisignano), “la sua luce dà calore e identità a ogni cosa”

“È difficile darci gli auguri di Pasqua in questo periodo, ma il Signore non ci abbandona mai. Lui ci precede sempre, è già lì, in Ucraina, in Africa dove ci son o ancora tante guerre”. Mons. Francesco Nolè, arcivescovo di Cosenza-Bisignano, ha iniziato così l’omelia della messa del giorno di Pasqua. “Come fanno ad andare avanti nei luoghi martoriato dalla guerra? Perché amano. È l’amore che muove tutto”, ha affermato. Il vescovo ha richiamato la preghiera “Fa’ di me uno strumento” di San Francesco d’Assisi. “Siamo abituati a dare gli auguri agli altri ma iniziamo a dare gli auguri a noi stessi”. “Dove è odio – l’esortazione del presule – portiamo l’amore, accogliendolo da Colui che è l’amore, Cristo Gesù”. E anche “se non posso andare in Ucraina, questo amore lo posso portare a casa mia, al lavoro, nella casa, al bar, questo amore deve distinguere la mia vita altrimenti non sarà mai Pasqua, sarò mediocre”. Mons. Nolè ha sottolineato che “quando guardiamo l’altro, spesso è per giudicare, per vendicarci. Ma qui si innesca una catena di odio e rancore che porta solo alla distruzione e alla morte”. L’amore invece “è creativo, anzitutto crea per attrazione altro amore. Perché chi si sente amato non può non amare”.
Per il vescovo bruzio, “la luce della Pasqua dà calore e identità a ogni cosa: non si accende per se stessa, serve a illuminare. La luce di Pasqua rischiara e riscalda, e io se non sono luce non posso illuminare gli altri”. “La speranza – ha concluso – mi viene da Cristo, che nonostante l’ingratitudine umana mi ha amato fino alla fine. È questo amore che non mi porta alla disperazione”.

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