“La via della Croce è la via dell’unità. Gesù si offre per riunire tutti i figli di Dio dispersi, Egli dona la vita per mettere insieme, per unire, per la comunione. I cristiani nel mondo sono chiamati a seguire questa via, la via della Croce, la via di un amore smisurato che ci attrae e ci rinnova. Un amore che non ci mette in fuga, ma ci fa entrare dentro le pieghe della storia, ci fa toccare la carne dei fratelli, ci fa fasciare le ferite dei sofferenti, ci fa stare accanto agli emarginati, ai rifiutati, alle vittime. La via della Croce è la via che come cristiani, come Chiesa di Lamezia, siamo chiamati a percorrere e a testimoniare. È la via dell’umiltà, della mitezza; è la via di Gesù che per salvarci si spoglia fino al dono totale di sé stesso. Gesù non risponde al male con il male, il Signore ci educa alla non violenza. Il Vangelo spezza le logiche del male di questo mondo”. Così il vescovo di Lamezia Terme, mons. Giuseppe Schillaci, nel saluto a conclusione della Via Crucis diocesana su Corso Numistrano, al termine del Venerdì Santo.
“Di fronte al dolore, al male, all’ingiustizia, all’abbandono, alla morte – ha ammonito il vescovo di Lamezia – i sentimenti che sgorgano dal cuore dell’uomo sono sfiducia, rabbia, sconforto. ‘Se tu sei il Figlio di Dio, liberaci da ogni male, dalla malattia, dalla guerra. Signore, perché non intervieni? Signore, perché non fai finire la guerra, perché non metti fine a tutto questo orrore’. Sono pensieri che spesso abitano tutti noi, come uno dei due malfattori crocifissi accanto a Gesù. Il Signore sembra non rispondere, ma Egli nel Vangelo ci indica un’altra via. Non è la via di chi cerca la propria affermazione, il successo, il potere. È una via che mette in crisi, che ci interroga. Noi come comunità cristiana, come Chiesa di Lamezia, vogliamo percorrere questa via. È la via dell’amore che si dona fino alla fine nella gratuità. Un amore che abbraccia tutti e non esclude nessuno. Un amore che abbraccia in particolare coloro che partecipano più da vicino alla Croce del Signore: i più abbandonati, i più poveri, i malati, gli scartati, gli innocenti”.
“La via della Croce – ha concluso il vescovo prima della benedizione finale – è la via della pace, della concordia, della vicinanza. Non mettiamo barriere tra noi e gli altri, perché Gesù con la sua morte ha spezzato ogni inimicizia. Egli è la via del perdono e della riconciliazione”.