Terra Santa: Pizzaballa (patriarca), “Pasqua è una realtà che possiamo toccare, non un generico fondamento etico di valori politicamente corretti”

Santo Sepolcro, altare interno (Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Il coraggio delle donne, di Maria Maddalena, Giovanna, Maria madre di Giacomo, che scoprono la violazione della Tomba, confuse e turbate alla vista del Sepolcro aperto, e che tornano a riferire agli undici e agli altri discepoli ciò che avevano appena vissuto”, senza essere credute. “È stato a loro, come persone concrete, con un nome e una missione, che è stata annunciata per la prima volta la gioiosa notizia della Risurrezione”: così il patriarca latino di Gerusalemme,  Pierbattista Pizzaballa, nella basilica del Santo Sepolcro, nella Città Santa, ha celebrato questa mattina la veglia pasquale. Partendo dal brano del Vangelo di Luca, Pizzaballa ha ricordato che le donne sono state le prime testimoni qualificate dell’evento della Risurrezione e “senza quel loro gratuito amore che le ha rese capaci di vedere e credere all’umanamente impossibile, i discepoli sarebbe rimasti sbarrati dietro alle loro paure. Solo le donne, infatti, si sono avventurate ‘il primo giorno della settimana, al mattino presto’, sono loro che hanno messo in moto il dinamismo dell’annuncio della Risurrezione, portando gli apostoli fuori dal cenacolo e da lì in seguito in tutto il mondo”. Quello stesso cenacolo, ha ricordato il patriarca, dove “il Signore ha istituito l’Eucaristia e il ministero sacerdotale, dove ci diede il comandamento di amarci e servirci gli uni gli altri, dove apparve agli apostoli e a Tommaso per rafforzare la loro fede. E fu lì che Maria, gli apostoli e i discepoli attendevano con spirito di preghiera la venuta dello Spirito nella Pentecoste”. Ma il cenacolo, ha rimarcato Pizzaballa è anche il luogo da cui “la Chiesa deve uscire per cercare Cristo risorto. Per avventurarsi e cercare di comprendere il significato nascosto dei segni della presenza di Cristo nel mondo. Questi segni sono eloquenti ma misteriosi. Sono i segni di una pietra rotolata via dall’ingresso del Sepolcro, i segni di un Sepolcro vuoto e apparentemente violato, i segni di un messaggio enigmatico, ma gioioso: ‘Perché cercate il vivente tra i morti?’”. “Anche noi forse – ha aggiunto – siamo tentati di cercare Gesù ‘tra i morti’. Siamo tentati di gridare al Maestro e supplicarlo di porre fine alla cultura della morte e della distruzione, all’odio, alle guerre, ai conflitti etnici, allo sradicamento di intere civiltà e alla condizione di milioni di immigrati sfollati. Di fronte a questa realtà la gioia della Pasqua sembra essere lontana. Eppure, Cristo è il Dio vivente! È una realtà che possiamo toccare, non un generico fondamento etico di valori politicamente corretti. Dal giorno di Pasqua, il Risorto è presente e operante nel mondo e laddove la fede viva ed ecclesiale dei discepoli lo accoglie, un mondo nuovo davvero incomincia, pur tra le contraddizioni del presente. Davvero noi siamo ‘rabdomanti di vita e di speranza’: gente che cerca, sapendo che sotterraneamente ma realmente, scorre nel cuore del mondo un fiume di acqua viva. Dobbiamo ancora una volta imparare cercarlo, come le donne del Vangelo, come Pietro e Giovanni”. “Cristo – ha concluso – è la speranza di chi lo cerca con fede e coraggio. È la speranza di coloro che non restano chiusi nella propria sicurezza, ma si avventurano per trovarlo in questo mondo travagliato. Questa è la strada che la Chiesa è chiamata a percorrere. Questa è la strada che siamo chiamati a fare insieme come comunità di fede. Lasciamoci stupire dalle sorprese che Dio ha in serbo per noi. Questa è la vera gioia della Pasqua”.
Le celebrazioni pasquali sono state caratterizzate da violenti scontri, avvenuti ieri – secondo venerdì di preghiera di Ramadan e a poche ore dalla Pasqua ebraica – tra manifestanti palestinesi e polizia israeliana sulla Spianata delle Moschee, il Monte del Tempio per gli ebrei. Il bilancio parla di oltre 150 feriti fra i palestinesi, di questi 8 sarebbero in gravi condizioni. Tre i poliziotti feriti. Gli arresti sono stati circa 400. Gli incidenti hanno avuto inizio di primo mattino, quando la Polizia israeliana ha fatto il suo ingresso nella Spianata. Motivo dell’azione è da ricercarsi nel fatto che decine di giovani stavano marciando sull’area sacra ostentando bandiere di Hamas e raccogliendo pietre.

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