“Sentiamoci sempre più coinvolti, insieme, ciascuno con la propria sensibilità, originalità e unicità, con tutto noi stessi, per ricomporre la realtà che ci circonda, che rischia fortemente di andare in frantumi. Lasciamoci comunque interpellare seriamente e responsabilmente dalla realtà che abitiamo e che tutti ci riguarda”. Lo scrive il vescovo di Lamezia Terme, mons. Giuseppe Schillaci, nel suo messaggio di Pasqua. “Quante volte anche noi camminiamo per abitudine, per convenzione, senza convinzione, ci trasciniamo senza una meta, senza un perché; nel nostro cammino non c’è pienezza, non c’è gioia – aggiunge il presule -. Il Signore pone i suoi interlocutori nelle condizioni migliori perché attraverso il loro racconto venga fuori, nella sua verità, il senso della loro vita, del loro camminare insieme, in chi e in che cosa hanno posto tutta la loro fiducia”.
Guardando al cammino sinodale, il vescovo segnala che “necessita di un atteggiamento, diciamo di uno stile, che permetta di ascoltare, con docilità d’animo, con grande apertura e rispetto, tutte le narrazioni”. “Siamo chiamati a narrarci il nostro essere discepoli del Signore, ma anche il nostro essere discepoli insieme ad altri discepoli; come viviamo la nostra esperienza di fede, ma anche la nostra compagnia nella fede. Narriamoci la nostra sequela, ma anche il nostro essere Chiesa, la nostra comunione, la nostra appartenenza, la nostra missione”.
Infine, da mons. Schillaci l’invito ad “aprire veramente il nostro cuore alla verità, alla sincerità, allo scambio fraterno, alla creatività”. “Che diventi uno stile di vita ordinario! Soprattutto noi presbiteri, diaconi, religiosi, religiose, seminaristi, non abbiamo paura ad ascoltare anche quello che non ci fa piacere, perché ci turba o ci mette in questione. Accogliamo questo tempo come un autentico momento di grazia. Lasciamo che muoia l’uomo vecchio perché nasca l’uomo nuovo”.