“La fede in Cristo morto e risorto per noi non è consolatoria, anzi, è un fede che ci spinge fuori, ci chiede di ‘correre’ come quelle donne la mattina di Pasqua, proprio perché oggi più di ieri questo annuncio è urgente per l’umanità, assetata di una speranza che non deluda”. Lo afferma mons. Giovanni Roncari, vescovo di Grosseto e di Pitigliano-Sovana-Orbetello, negli auguri di Pasqua. “Noi professiamo la fede in un Dio che è il Signore del tempo e della storia e che, incarnandosi, è entrato in essa, nel suo quotidiano dispiegarsi, per farne qualcosa di più: un tempo non solo cronologico, ma il ‘momento opportuno’, un tempo salvato. Allora l’attenzione alla storia ci è propria, perché il cristianesimo è prima di tutto una storia”. “Vi esorto, dunque, fratelli in questa Pasqua segnata dalla guerra, a vivere le liturgie non come una parentesi, mentre il mondo va da un’altra parte, ma a celebrare la resurrezione del Signore, affinché lo ‘starci a cuore’ del mondo, di questa storia, di quanto affrontiamo, diventi sempre più vero, sempre più importante e sempre più vissuto nella nostra vita di singoli e di comunità”.