“Buona Pasqua. Che sia per tutti la certezza che una vita nuova e diversa (non quella di prima solo un po’ aggiustata!) è possibile. Anche oggi. Anche qui. Nonostante la guerra. Possibile perché Cristo è risorto. Possibile se ‘ci rivestiamo di Lui’. Possibile se ‘cerchiamo le cose di lassù’ dove è Cristo”. Si chiude con questo augurio il messaggio che il vescovo di Asti, mons. Marco Prastaro, ha inviato alla diocesi per le festività pasquali.
La riflessione del presule inizia ricordando che “nella notte di Pasqua, all’inizio della celebrazione, nel momento in cui annunciamo che Cristo è risorto cantiamo: ‘Davvero era necessario il peccato di Adamo, che è stato distrutto con la morte del Cristo. Felice colpa, che meritò di avere un così grande redentore’”. “Come può essere felice la colpa di Adamo, quella colpa che ha permesso al male, all’egoismo, all’odio di prendere possesso del cuore dell’uomo? In questo tempo di guerra in cui angosciati assistiamo alla distruzione insensata e alla morte di persone innocenti, di malati, di bambini, di anziani inermi, come può essere felice la colpa che ha causato tutto ciò?”, domanda mons. Prastaro, spiegando che “questa colpa non è felice in sé”. “Il male, la distruzione, la violenza, l’odio, la guerra e la morte – commenta – non sono mai bene, non sono mai felicità per l’uomo, non sono in nessun modo ciò che Dio ha voluto per le sue creature. Come fa la guerra ad essere una cosa bella? Ci mancherebbe altro di dire che è bello e fonte di felicità tutto questo!”. “L’annuncio pasquale – precisa il vescovo – non esalta il male, ma ci dice cosa genera la felicità, anche nella colpa, anche nella guerra: l’avere ‘un così grande redentore!’”. “Ciò che ci rende felici – evidenzia mons. Prastaro – è la certezza che in Cristo, grazie alla sua risurrezione che ha sconfitto il male e la morte, può essere superato ogni male e ogni morte che segna così tragicamente l’esistenza umana”. “La guerra, questa terribile guerra, può essere superata. Forse per noi sarà ‘impossibile’, ma per Dio non lo è. Per Dio ‘è possibile’ superare la guerra”, la convinzione del vescovo.