“Non si può scendere nell’inferno del nostro cuore da soli, altrimenti moriamo davvero!”. Lo scrive mons. Gianpiero Palmieri, arcivescovo di Ascoli Piceno, nel messaggio di Pasqua, prendendo spunto dall’episodio evangelico del buon ladrone. “Presi dal senso di colpa o dalla paura o dalla tristezza, soccombiamo nella palude della nostra disperazione – osserva -. Si entra ‘con il cuore all’inferno’ solo con il Signore, con la nostra mano saldamente unita alla sua. Consapevoli che Lui non smette mai di ricordarsi di noi, scendiamo nelle situazioni più dolorose e faticose senza perdere la speranza”.
“Sappiamo per esperienza – afferma ancora mons. Palmieri – che sono purtroppo molte e diverse le situazioni in cui ci sentiamo ‘con il cuore all’inferno’. Come chi adesso è in guerra e vede il proprio paese e le vite dei propri connazionali devastati da una furia omicida cieca e bestiale; o come chi si trova totalmente solo, senza poter contare sulla vicinanza di nessuno, abbandonato in balia dei propri pesanti problemi di lavoro o familiari. Pensiamo a che inferno deve aver vissuto chi è stato per mesi in una stanza d’ospedale senza poter mai vedere o abbracciare i propri cari. Ma pensiamo anche ai nostri ragazzi: quando sembra che il futuro non ti offra nessuna speranza, quando il tuo desiderio di vita deve fare i conti con ciò che lo spegne in partenza, anche se hai sedici anni ti senti ‘con il cuore all’inferno'”. E tuttavia con il Signore “l’inferno non è più l’inferno. Con Lui l’inferno si dissolve”; anzi, conclude il presule, “diventa il primo passo della strada che porta al paradiso”.