“Credibili nella fede”. È il tema del messaggio pasquale di monsignor Fortunato Morrone, arcivescovo metropolita di Reggio Calabria-Bova. “Il giorno di Pasqua il Signore si mostra vivo, con le sue piaghe, per le quali siamo tutti stati guariti e mostrandosi a noi ci dona il suo Spirito e la pace”. Per mons. Morrone questo è “un termine che assume un significato profondo, guardando anche agli attuali tempi profondamente segnati non solo dalla guerra in Ucraina, ma da tutti i conflitti che ci sono al mondo”. Riflettendo ancora sul conflitto bellico in corso, mons. Morrone ha invitato i fedeli della sua diocesi a “immaginare che piazza Duomo, così tanto frequentata da gente, su cui si affaccia la nostra bellissima cattedrale, venisse all’improvviso bombardata, come ci sentiremmo? Sicuramente male. Saremmo come spogliati non solo dei beni fisici, ma anche relazionali, come l’amicizia. Non saremmo in pace e la guerra è proprio il contrario della pace”. Nel ringraziare tutti coloro che si sono prodigati con “grande generosità” a donare aiuto concreto “a quanti hanno perso quasi tutto”, mons. Morrone ha chiesto cosa “ciascuno possa fare perché venga posto fine a questo dramma”. Per il presule reggino, “il Signore non ci chiede di essere semplicemente solidali, ci chiede di essere credibili nella nostra fede, cioè di cominciare noi a fare qualcosa. Perché la Pasqua del Signore non è una magia, ma è un dono dello Spirito, il dono del suo bene, di tutti i ‘beni’ racchiusi nel termine pace, ma è per noi responsabilità”. Da qui l’augurio e l’esortazione rivolti al popolo santo di Dio e anche a coloro che “non condividono con noi la nostra stessa speranza, la nostra fede”. “Vi auguro una Santa Pasqua, ossia il passaggio – ha concluso il presule – da una mentalità gretta, guerresca, bellicosa, autoreferenziale, egoistica a un modo di vivere amicale, bello, tipicamente umano, significato in questo augurio che ci scambiamo che è augurio di grande speranza”.