Impegno per la pace, cammino sinodale, patto educativo con le famiglie, metodo narrativo, ritorno alla pastorale in presenza, scelta consapevole della responsabilità battesimale, contrasto ad ogni forma di organizzazione malavitosa, riscoperta della comune fraternità. Questi i temi fondamentali che il vescovo di Nola, mons. Francesco Marino, affronta nella lunga lettera di Pasqua rivolta alla sua Chiesa, il cui titolo “Raccontaci, Maria, che hai visto sulla via? Testimoni della risurrezione in cammino sinodale” rimanda alla sequenza Victimae paschali laudes che la liturgia propone dalla Domenica di Pasqua e per tutta la settimana in Albis.
Pace è la parola che risuona forte fin dalle prime righe del testo, parola necessaria, proprio in questo tempo di guerra che chiama i cristiani, a riscoprire lo stare sotto la Croce, accanto a chi soffre: “Sappiamo – scrive il vescovo – che il nostro impegno di cristiani, lo ricordiamo ancora, non è un compito direttamente politico e, dunque, come ci indica il Santo Padre, non siamo chiamati come credenti a parlare linguaggi politici, ma a pronunciare con coraggio le parole ecclesiali e profetiche, divenute – lo scorso 25 marzo – invocazione orante nel corale e solenne atto di consacrazione al Cuore Immacolato della Regina della pace”.
Mons. Marino affronta anche la questione del contrasto ad ogni forma di organizzazione malavitosa. “Quanti segni di morte si vedono ancora sul nostro territorio, nelle nostre strade! La camorra, gli omicidi, le stese a sfondo intimidatorio, la criminalità organizzata, la tossicodipendenza dilagante specie tra i più giovani, i disastri dell’inquinamento ambientale, le speculazioni edilizie. La Chiesa è costantemente presente sul fronte del contrasto ad ogni forma di violenza e di sopruso, attraverso l’attività delle parrocchie, delle associazioni e dei movimenti ecclesiali. Non si tratta semplicisticamente di denunce da fare o di parole da dire: è lo stesso essere Chiesa, comunità redenta in cammino nella ordinaria quotidianità, il vero sistema alternativo alle opere delle tenebre che contrasta, già con la presenza di servizio al bene comune, le organizzazioni malavitose…”. Il vescovo cita “gli angeli della resurrezione, testimoni della gloria di Dio anche nel nostro tempo”, come don Peppe Diana, il giornalista Giancarlo Siani, il giudice Rosario Livatino, Mimmo Beneventano di Ottaviano e “tanti altri che nella nostra diocesi hanno testimoniato l’impegno per la legalità e contro la camorra. Uomini e donne credenti e non credenti che hanno abitato la via del cambiamento e camminando insieme con tutti hanno annunciato che la Vita ha vinto e che la serietà del proprio lavoro quotidiano è ciò che più spaventa gli operatori di iniquità”.