“Viviamo giorni difficili: potrebbero travolgerci tristezza e disperazione, o prevalere – per alcuni forma estrema di autodifesa – l’indifferenza, l’insofferenza, il sentirsi minacciati dal timore che il dolore altrui possa recare disturbo alla nostra esistenza gravata già da altri problemi. Ebbene, il Cristo è venuto a condividere le nostre sofferenze, a prendere su di sé i nostri dolori (Is 53,4): dalle sue piaghe siamo stati guariti (1Pt 2,24)”. Lo scrive, in una lettera alla comunità per Pasqua, l’arcivescovo di Benevento, mons. Felice Accrocca, che aggiunge: “Non lasciamoci vincere: non rendiamo vana la sua croce (1Cor 1,17); torniamo a Lui, pastore e guardiano delle anime nostre (1Pt 2,25), seminando il bene intorno a noi, dispensando anche solo un sorriso, che non costa nulla a chi lo dà, ma tanto bene fa a chi lo riceve!”.
Dal presule un invito: “Dobbiamo perciò ‘sminare’ in primo luogo i cuori, altrimenti saremo sempre pronti a esplodere. Dobbiamo quindi lottare perché siano colmati i grandi squilibri economici e impegnarci a fondo contro la macchina bellica e l’industria – purtroppo sempre fiorente – delle armi, ma dobbiamo comprendere pure che molte piccole o grandi tensioni covano innanzitutto dentro di noi, in tante frustrazioni mai superate, in insoddisfazioni che finiscono per rovesciarsi sugli altri, minando in tal modo la serenità dei nostri rapporti quotidiani”.
Mons. Accrocca osserva: “È vero infatti che se non c’è pace tra noi, molto spesso è perché non c’è pace dentro di noi. Il Cristo crocifisso e risorto, l’Alfa e l’Omega, Colui che è, che era e che viene (Ap 1,8), ci aiuti a rinascere, a portare al mondo la sua speranza e la sua gioia, a donare a tutti un sorriso”.