“Il messaggio di Pasqua irrompe in mezzo alle tenebre”. “Come popolo, abbiamo navigato attraverso una lunga quaresima di Covid e conflitti. Ora ci troviamo sulle rive del nostro Mar Rosso, sperando che il Signore della storia separi questo mare e, come Nazione, possiamo entrare nella terra promessa della pace e della riconciliazione”. Si apre con questa invocazione il messaggio – giunto questa mattina al Sir – che da Yangon il card. Charles Bo, arcivescovo e presidente dei vescovi cattolici birmani, rivolge quest’anno alla Nazione per Pasqua. Era il primo febbraio 2021, quando con un brutale colpo di Stato, la giunta militare depose la leader, premio Nobel per la pace, Aung San Suu Kyi. Ad un anno, si contano oltre 1.500 morti e quasi 12mila arresti, di cui 8.835 sono ancora detenute e 661 sono state condannate al carcere. 45 le persone condannate a morte, tra cui due minorenni, anche se nessuna è stata ancora giustiziata. Ad essere colpite da missili, attacchi di artiglieria e saccheggi sono anche chiese, monasteri e conventi religiosi, nonostante i ripetuti appelli dei vescovi perché i soldati risparmino almeno i luoghi di culto dove spesso trovano rifugio donne e bambini in fuga dalla guerra. Appelli purtroppo caduti nel vuoto: solo nella diocesi di Loikaw, nello Stato orientale del Kayah, almeno otto chiese sono state prese di mira dagli attacchi aerei. Almeno 16 parrocchie su 38 sono state bombardate, costringendo le suore e i sacerdoti a fuggire. Duri gli attacchi contro le comunità cristiane anche negli Stati di Chin e Kayah. Circa una settimana fa, i soldati birmani hanno occupato la cattedrale di Mandalay, nel Myanmar centrale, e hanno preso in ostaggio decine di fedeli che erano all’interno. Hanno addirittura rinchiuso nell’edificio della cattedrale anche l’arcivescovo, mons. Marco Tin Win, e i dipendenti degli uffici parrocchiali. Nel suo messaggio, il card. Bo ricorda che quasi mezzo milione di persone sono state costrette in questo anno a fuggire nei campi nella giungla e in migliaia stanno morendo di fame. “Insieme a tutti gli abitanti di questa nazione, anche i cristiani hanno subito il peso della violenza. Molte chiese e conventi sono attaccati. Migliaia sono sfollati. La loro situazione è straziante. Abbiamo paura, alcuni di noi sono arrabbiati. Papa Francesco ha osservato che prima della sua Pasqua finale, Gesù ha detto ai suoi discepoli di non essere turbati o spaventati. I cristiani del Myanmar devono seguire questo consiglio. Dobbiamo andare avanti. Dobbiamo aprire e svuotare le tombe dall’odio e lasciare che il messaggio della Resurrezione e della speranza riempia questa Nazione”.