Sono 722 i permessi per le festività pasquali concessi da Israele ai cristiani di Gaza che potranno restare fuori la Striscia fino a tre mesi, una validità prolungata dalla Autorità israeliane, “per noi un fatto inedito”. “Altri permessi dovrebbero arrivare in queste ore”. Si respira un clima tranquillo nella piccola parrocchia cattolica della sacra Famiglia di Gaza nelle ore che precedono la Pasqua. “Tante famiglie – racconta al Sir il parroco, padre Gabriel Romanelli – sono già uscite e hanno raggiunto i loro familiari residenti a Gerusalemme, Betlemme, Ramallah e in altre città, per festeggiare la Pasqua”. “Nonostante molti fedeli siano usciti la parrocchia – ci tiene a precisare il parroco – non ha perso la sua vitalità e con chi è rimasto stiamo portando avanti i riti della Settimana Santa e le tradizioni. I parrocchiani hanno decorato la croce con i fiori, allestito il sarcofago con il quale porteremo Cristo in processione e preparato le uova colorate che doneremo dopo la veglia pasquale. Ieri sera abbiamo celebrato la messa in Coena Domini con la lavanda dei piedi. Oggi, dopo l’adorazione della Croce, faremo la processione del Cristo morto che prevede il canto dell’ultima parte della Passione mentre tre religiose getteranno dei fiori sul corpo di Cristo e del nardo e dell’incenso.
Poi ci muoveremo in processione verso il cimitero, scortati dagli scout. Nel cimitero metteremo il corpo di Cristo dentro il Sepolcro, appositamente allestito, dove resterà per tutta la durata della veglia pasquale e fino all’alba della Domenica di Pasqua. Deposto il Cristo reciteremo delle litanie alla Madonna per consolarla del dolore per la morte del Figlio. Le nostre intenzioni di preghiera saranno – conclude padre Romanelli – tutte per la pace nel mondo, in Ucraina e in Terra Santa”.