“La crisi dell’umano assume molti volti nel nostro tempo”. Ne è convinto il card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, che nell’omelia della Messa crismale, celebrata ieri nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, li ha elencati nel dettaglio: “Distruzione dei rapporti fraterni fino alla guerra che insanguina tante parti del mondo; disprezzo della dignità della persona fino a toccare le condizioni più fragili dell’inizio e della fine della vita; dimenticanza ed emarginazione di chi si trova nella povertà; fragilità indotta da un nichilismo che non pochi ritengono prezzo necessario da pagare per una libertà senza criteri; illusione di poter governare l’identità umana fino a manipolarla nella fluidità dei generi e perfino negarla nel voler dare forma a un mondo post-umano e trans-umano, che indirizzi di pensiero e tendenze artistiche vorrebbero far ritenere nostro inevitabile futuro; e potremmo continuare ancora”. Per Betori, “non sono migliori gli scenari sul fronte della fraternità, offesa dagli egoismi eretti a sistema nell’ottica della società degli affari e dei consumi, in cui si coltiva la cultura dello scarto; fraternità lesa dal venir meno della coscienza dei propri doveri verso gli altri, nelle forme di ingiustizie e corruzioni o nella sottovalutazione delle proprie responsabilità; fraternità impoverita dalla consunzione della trama del tessuto sociale, diventato preda di interessi e di profitti; la scelta della guerra come strumento di soluzione dei conflitti tra i popoli con la devastazione di vita di innocenti”. “Abbiamo bisogno di far nostro l’annuncio di vita, di liberazione e di fraternità che viene dalla Cena eucaristica, un orizzonte che richiede una conversione, quella che Gesù esemplifica nel gesto narrato dal vangelo di Giovanni: la lavanda dei piedi, farsi servi gli uni degli altri”, ha concluso l’arcivescovo di Firenze.