“Le necessità qui in Ucraina sono tante ma le medicine sono la cosa più urgente, perché a causa della guerra sono state distrutte tante vie logistiche. A Leopoli mancano posti per dormire perché la popolazione della città è aumentata del 30%, scarseggiano il cibo e i beni necessari.Le persone hanno ricevuto l’ultimo stipendio 50 giorni fa e ora vivono con gli aiuti umanitari”. A parlare in video collegamento da Leopoli è Jurij Lifanse, responsabile della Comunità di Sant’Egidio in Ucraina, durante una conferenza stampa organizzata oggi a Roma. Lifanse vive a Kiev ma si è spostato a Leopoli per sicurezza. Qui è stata aperta una grande sede della Comunità di Sant’Egidio per distribuire aiuti diretti in tutta l’Ucraina, dove la comunità è presente dal 1991 in tante città. Un’altro punto di smistamento aiuti è stato aperto a Ivano Francisk. Anche la sede del Movimento dei giovani per la pace a Kiev è stata colpita dalle schegge di un missile russo abbattuto dalla contraerea ucraina, per fortuna non ci sono state vittime. “Prima di tutto serve la pace – ha ribadito Lifanse -. Ci sono migliaia di morti tra civili e militari ucraini e russi, purtroppo l’aggressione non finisce. A Mariupol è impossibile far arrivare aiuti e la gente è bloccata nei sotterranei. Perciò l’appello del Papa per una tregua pasquale è importantissimo: in una settimana si possono salvare migliaia di vite, perché si permette ai civili di uscire e cercare un altro rifugio”. Lifanse ha raccontato di un ragazzo che per fuggire ha nuotato due ore nel mare gelido. Di anziani deboli e malati che perdono l’orientamento. Di bambini che non vanno a scuola e famiglie che cercano lavoro. “Gli aiuti possono aiutare – ha concluso – ma serve veramente poter festeggiare la Pasqua senza allarmi. Poter stare tranquilli per risistemarsi e ripensare la vita”.