“La brama di possesso è il terreno fecondo in cui crescono questi idoli”. Ne è convinto il Papa, che ha concluso l’omelia della Messa crismale, presieduta nella basilica di San Pietro, con una invocazione a San Giuseppe, “padre castissimo e senza idoli nascosti”, affinché “ci liberi da ogni brama di possesso”. “Gesù è l’unica via per non sbagliarci nel sapere che cosa sentiamo, a che cosa ci conduce il nostro cuore”, ha ricordato Francesco: “E’ l’unica via per discernere bene confrontandoci con lui, ogni giorno, come se anche oggi si fosse seduto nella nostra chiesa parrocchiale e ci avesse detto che oggi si è compiuto tutto quello che abbiamo ascoltato. Gesù Cristo, essendo segno di contraddizione che non sempre è qualcosa di cruento o di duro, poiché la misericordia è segno di contraddizione e molto di più lo è la tenerezza – Gesù Cristo, dico, fa sì che questi idoli si rivelino, che si veda la loro presenza, le loro radici e il loro funzionamento, e così il Signore li possa distruggere”. “E dobbiamo ricordarli, stare attenti, perché non rinasca la zizzania di questi idoli che abbiamo saputo nascondere tra le pieghe del nostro cuore”, il monito finale.