“Siamo qui a confermare il nostro sì a Cristo, a ripetergli che siamo disponibili, per quanto deboli e fragili, a rimboccarci le maniche là dove la Chiesa ci chiede di operare”. Lo ha affermato questa mattina il vescovo di Bolzano-Bressanone, mons. Ivo Muser, nell’omelia pronunciata durante la Messa crismale che ha presieduto nel duomo di Bressanone.
Alla presenza di circa 120 sacerdoti e diaconi, il vescovo ha ricordato i quattro atteggiamenti che secondo Papa Francesco danno solidità alla persona del prete: vicinanza a Dio, al vescovo, tra i presbiteri e al popolo. “La Messa crismale ci rimanda a concretizzare questa quadruplice vicinanza – ha detto mons. Muser – che esprimiamo nel rinnovo della promessa di consacrazione e nella volontà di continuare questo cammino, vicini e assieme, come ci chiede il tema annuale della nostra diocesi”.
Citando san Paolo, il vescovo ha ricordato che “la Chiesa non è in primo luogo un’istituzione, un’organizzazione, ma è il popolo di Dio, il corpo di Cristo, il tempio dello Spirito Santo. Il rapporto personale con Gesù crocifisso e risorto dà forza e salva il ministero sacerdotale: dai rischi di annunciare noi stessi piuttosto che Gesù, di ridursi a essere burocrati del sacro, di essere disillusi e di procedere in solitaria, separati dal resto del presbiterio e forse anche dalle nostre stesse comunità”.
“Ascoltiamo Cristo, il Signore crocifisso e risorto, poniamolo al centro della nostra vita e di quella della comunità cristiana, anche nel cammino del Sinodo fortemente voluto da Papa Francesco”, l’esortazione di mons. Muser a clero e fedeli nel Giovedì santo: “Lasciamoci accendere dalla gioia di essere cristiani, da quel legame con Cristo di cui il crisma è un simbolo concreto”.
In serata, alle 20.30, nella parrocchia di San Pio X a Bolzano il vescovo celebrerà la Messa in Coena Domini.