A pochi giorni dalla ricorrenza della Pasqua, la comunità cristiana dello Sri Lanka si appresta a commemorare il funesto anniversario del 21 aprile 2019, quando un attacco coordinato di 6 attentatori suicidi colpì 3 chiese e 3 hotel in diverse città dello Sri Lanka, uccidendo oltre 250 persone e ferendone molte altre, durante le celebrazioni della Pasqua. La Zion Church di Batticaloa fu una delle chiese prese di mira e lì 31 persone, tra cui 14 bambini, persero la vita. L’attacco venne rivendicato dall’autoproclamato Stato Islamico, per essere poi imputato al gruppo estremista locale National Thowheed Jamath. A tre anni da questi avvenimenti, denuncia l’onlus Open doors (Porte aperte,) da oltre 60 anni impegnata nell’assistenza ai cristiani che soffrono a causa della loro fede, la situazione della comunità cristiana in Sri Lanka continua ad essere critica. “La persecuzione contro i cristiani in Sri Lanka – si legge in un comunicato – è aggravata dalla crisi economica senza precedenti che il Paese sta affrontando. Il 1° aprile, il presidente Gotabaya Rajapaksa ha dichiarato uno stato di emergenza in seguito alle forti proteste causate dalla crisi economica. Tra cittadini ed autorità locali era infatti scoppiata la violenza a causa di continui tagli di corrente, aumento del prezzo del gas e carenza di cibo”. Nelle regioni soggette a maggiore persecuzione, “molti cristiani appartengono a famiglie a basso reddito, le più colpite da questa crisi economica. Il costo della vita è salito alle stelle e le persone faticano ad arrivare a fine mese. Avere il latte in casa è un lusso, avere il gas una rarità” rende noto l’onlus che cita fonti locali. Lo Sri Lanka si colloca alla posizione n. 52 tra i paesi in cui è più difficile vivere per i cristiani, secondo la World Watch List 2022 di Porte Aperte/Open Doors. Lo scorso 6 marzo, una folla di circa 600 persone accompagnata da monaci buddisti ha attaccato la chiesa guidata da Indunil (nome inventato per motivi di sicurezza). In seguito a questo attacco, Indunil ha ricevuto l’ordine di sospendere tutte le funzioni religiose fino all’ottenimento di permessi e registrazione per la chiesa. Allo stesso tempo, i membri della congregazione si sono trovati ad affrontare discriminazioni nella vita quotidiana. Alcuni proprietari di casa hanno subìto pressioni da parte degli abitanti buddisti del villaggio per cacciare gli affittuari cristiani e i bambini cristiani sono stati più volte discriminati a scuola. Ora i disordini e la crisi economica rischiano di diventare un terreno fertile per attacchi alle comunità cristiane nel paese.