Nonostante la Pasqua rechi “un annuncio di amore, di pace e di vita”, si deve riconoscere che “fatichiamo a collegare ciò che celebriamo, con ciò che viviamo, che non sempre riusciamo a fare la sintesi tra vita e fede” anche alla luce del “mondo lacerato e violento di oggi” e delle “conseguenze di conflitti e ingiustizie”. È quanto scrive nel suo messaggio di Pasqua il patriarca latino di Gerusalemme, mons. Pierbattista Pizzaballa, il cui pensiero va “alla violenza che ancora ferisce la nostra Terra Santa” e a quanto accade in Europa, in Ucraina. Il conflitto politico in Terra Santa, si legge nel messaggio, “assorbe tante nostre energie e trova espressione nelle reiterate tensioni violente che in questi giorni sembrano riaccendersi. Ma trova espressione anche nello sforzo continuo delle nostre comunità a costruirsi una vita normale, che qui è sempre logorante e faticosa: spostarsi, lavorare, incontrarsi, celebrare sono operazioni mai scontate e mai immediate. Situazioni che creano sfiducia e rischiano di spegnere quella speranza che proprio a Pasqua annunciamo. Le conseguenze di tutto ciò affiorano spesso nei nostri discorsi e trovano spazio in molti cuori: risentimento, pregiudizi, incomprensioni, sospetti, paure, stanchezza sono parole che non mancano quasi mai nel nostro vocabolario”.
“Penso anche a quanto accade in Europa, in Ucraina, paese aggredito da un altro paese fratello, creando tragedie umani di enorme portata”, aggiunge il patriarca, che evita di “elencare situazioni dove parlare di amore, di pace e di vita sembrerebbe solo uno slogan”. La Pasqua, ribadisce tuttavia Pizzaballa, “non è solo una parola, non è uno slogan, ma è una realtà che possiamo ancora oggi toccare, farne esperienza. Perché non è vero che nel mondo ci sono solo tenebra e violenza e che facciamo esperienza solo di morte e dolore. Nel mondo c’è anche tanto amore, tante persone che donano la loro vita per gli altri, che lottano per la giustizia, che operano per la pace”. Fare Pasqua, per il patriarca latino, “significa riconoscere e celebrare Cristo che, attraverso testimoni coraggiosi, in Terra Santa e in tutto il mondo, ci mostra la forza dell’amore che davvero ancora oggi sa ribaltare pietre e portare luce nella vita di tante persone in tutto il mondo e anche nella nostra Terra Santa. A questo che ci chiama la Pasqua, anche quest’anno: diventare i testimoni che con la loro azione, la loro preghiera, il loro donare la vita, continuano a portare nel mondo la luce scaturita dal Sepolcro di Cristo”.