“La posta in gioco è alta”. Per questo i vescovi francesi si rivolgono “all’intelligenza, alla coscienza e alla libertà di ciascuno” perché i francesi, chiamati a votare per il secondo turno delle elezioni del presidente della Repubblica domenica 24 aprile, facciano la loro scelta “con la serietà che richiedono l’evento, lo stato del nostro Paese e le crisi che attraversano il nostro mondo”. È quanto si legge in una nota diffusa oggi dal Consiglio permanente dei vescovi francesi in vista del secondo turno delle elezioni presidenziali che vede al ballottaggio finale come protagonisti Emmanuel Macron e Marine Le Pen. I vescovi “ricordano ai cattolici l’importanza del voto e di farlo in coscienza, alla luce del Vangelo e della dottrina sociale della Chiesa” e ripropongono nella nota un estratto del discorso pronunciato l’8 aprile dal presidente della Cef, mons. Éric de Moulins-Beaufort, al termine dell’ultima assemblea plenaria dei vescovi. “Andremo a scegliere un leader politico, uomo o donna, che dovrà guidare il nostro Paese in tempi ancora incerti in cui l’umanità avanza, in tempi particolarmente incerti di fratture sociali, crisi sanitaria, crisi ecologica, guerra sempre possibile. Non avrà la soluzione a tutto, non potrà impedire ogni immigrazione, non potrà inventare energia infinitamente rinnovabile, trasportabile, efficiente. Né sarà in grado di cambiare i cuori. Dovrà condurre tutti noi, sulla via meno brutta possibile, cercando – ed è questo l’auspicio dell’episcopato francese – di rafforzare il nostro slancio collettivo per scegliere di vivere insieme in pace”.